Eolico flottante off-shore, un potenziale importante per l’Italia

Con Dario Mansi, project manager del settore energia di Stantec, affrontiamo le peculiarità della tecnologia e il suo potenziale

I target 2050 del Green Deal sono sempre più sfidanti e per raggiungerli la sfida è anche sul piano tecnologico. In questo scenario l’eolico off-shore può rappresentare una opportunità per il bacino del Mediterraneo, ma in questa area deve essere flottante.

Questo perché il Mediterraneo, rispetto il Mare del Nord, in cui già sono presenti diversi impianti di eolico off-shore, pone alcune sfide strutturali. Difatti è più profondo ed ha un fondale anche più ricco di fauna e flora, come spiega a Canale Energia Dario Mansi, project manager del settore Energia di Stantec.

“In Italia a poche centinaia di metri dalla coste i fondali degradano rapidamente” spiega Mansi. “Già a 20km dalla costa abbiamo profondità che vanno oltre il migliaio di metri“. Il Mare del Nord invece oscilla tra i 20 e 50 metri di profondità su tutta l’area.

Per questo nel nostro Paese la tecnologia considerata vincente per performance e efficacia è l’eolico off-shore flottante. Si tratta di una “nuova frontiera” sottolinea Mansi. “Non più ancorata al fondale marino, ma ancorata al fondo e flottante nel mare“. Di fatto come se le pale fossero fissate su delle enormi zattere tenute fisse in un’area del mare da ancore.

Si tratta di una tecnologia giovane”, si riferendosi al fatto che si tratta di una taglia di impianti ancora mai realizzata a livello commerciale per questo si tratta di una tecnologia definita come “non completamente matura“. Ma è nella peculiarità dell’energia prodotta dal vento di saper guardare oltre il presente e progettare e programmare sulla base di quanto il mercato offrirà nei prossimi anni. “Anche visti gli iter autorizzativi c’è confidenza che nei prossimi anni tale tecnologia sarà matura e pronta per essere testata“.

L’Italia può avere un ruolo strategico nell’eolico flottante off shore

Un’opportunità che vede l’Italia in prima linea “visto il largo sviluppo delle coste italiano e la predisposizione verso gli impianti da fonti rinnovabili”. Senza contare la necessità “di diversificare il nostro mix di approvvigionamento energetico” visti anche gli ostacoli su altre tecnologie rinnovabili soprattutto per lo “sviluppo a terra” dato dal consumo di suolo e i vincoli di sviluppo crescenti. Inoltre “la risorsa vento sul mare è molto più costante e potenzialmente più intensa che a terra”. In mare “gli impianti non avrebbero gli ostacoli fisici presenti invece sulla terra ferma, per cui è anche possibile pensare di istallare potenze maggiori” conclude il project manager di Stantec.

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“Considerate che nel 2021 non abbiamo raggiunto neanche 1GW di nuovo eolico istallato, mentre stando agli obiettivi che ci siamo dati dovremmo fare molto, ma molto di più. In questo inoltre l’eolico off-shore ha una operatività sicuramente maggiore che sulla terra ferma” conclude Mansi.

Non c’è un vero rischio materie prime per il comparto

“L’eolico già presenta un buon profilo di circolarità delle materie impiegate. Circa l’80-90% della materia usata per gli impianti oggi è riciclabile. La frontiera del recupero su cui si sta spingendo ora è quella legata al materiale di cui sono costituite le pale. Si tratta prevalentemente di fibra di vetro e a volte di carbonio. Sono questi gli elementi più difficili da riciclare. Per quanto ammontino al 10-20% di materia prima impiegata, stiamo parlando comunque di quantità importanti. Per questo siamo convinti che si fa molto per il recupero di materiale, ma si potrà fare sempre di più”.

Quale è il posizionamento di Stantec rispetto l’eolico off-shore flottante

“Come Stantec siamo già operatovi nell’eolico off shore flottante” spiega Mansi. “Dando il nostro supporto nella progettazione e nel permitting. Forti di questa esperienza nel settore siamo posizionati nell’ottica di intercettare le necessità dei clienti” conclude.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.