Via libera al finanziamento europeo destinato all’elettrodotto tra Italia e Tunisia

Elmed, il nuovo ponte energetico invisibile, si snoderà tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon.

Elmed elettrodotto Italia Tunisia
L’interconnessione fra Italia e Tunisia © Terna

L’8 agosto è stato compiuto un ulteriore passo avanti verso la realizzazione del primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa. La società italiana Terna e l’azienda tunisina Steg hanno firmato, con la Commissione europea, il Grant Agreement che dà il via al finanziamento di 307 milioni di euro destinato a “Elmed”, ovvero il nuovo ponte energetico invisibile che collegherà i due continenti.

Un investimento complessivo di circa 850 milioni di euro

È la prima volta che fondi CEF (Connecting Europe Facility) vengono destinati a un’opera infrastrutturale di uno Stato membro e uno Stato terzo. Per la realizzazione dell’elettrodotto, il cui procedimento autorizzativo era stato avviato dal Ministero italiano dell’Ambiente a fine 2022, è previsto un investimento complessivo di circa 850 milioni di euro.

Una potenza di 600 MW e una profondità massima di 800 metri

Il ponte fra Italia e Tunisia si snoderà tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon. Avrà una lunghezza complessiva di circa 220 chilometri, una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri. Aumenterà la sicurezza energetica dei due Paesi e velocizzerà la loro transizione ecologica. Inoltre, darà un grosso contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra.

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Un’opera strategica per i sistemi energetici di due Paesi

“La firma del Grant Agreement segna un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di un’opera strategica per il sistema elettrico dei due Paesi e dell’intera Europa”. Queste le parole di Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegata di Terna. “Elmed abiliterà lo sviluppo delle energie rinnovabili e, allo stesso tempo, consentirà benefici economici e industriali, attraendo investimenti e creando nuovi posti di lavoro”.

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