Incendi, diminuiscono le aree bruciate ma restano valori alti

68500 gli ettari colpiti, di cui il 38% nelle aree protette. I dati ISPRA

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Diminuiscono le aree bruciate dagli incendi nel 2022.

Nonostante ciò resta un dato preoccupante in quanto la superficie attaccata dagli incendi è ancora superiore al valore medio di quanto annualmente bruciato in Italia negli ultimi 10 anni, tra il 2012 e il 2021 (55000 ha).

Dati che fanno comunque ben sperare visto quanto invece sta accadendo di devastante in altri paesi, vedi ad esempio il Canada.

E’ quanto ha rilevato l’Osservatorio ISPRA sulle osservazioni e monitoraggi degli impatti degli incendi di medie e grandi dimensioni sugli ecosistemi. I dati sono ottenuti da una elaborazione dei monitoraggi forniti dal sistema European Forest Fires Information System del programma europeo Copernicus Emergency, ed elaborati da ISPRA con sistemi di machine learning per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti negli incendi.

Cosa è andato perso negli incendi del 2022

Si tratta di circa 68500 ettari (ha) colpiti da incendi che hanno intaccato più di di un ettaro di suolo. Nel complesso è  una superficie pari quasi all’estensione del Parco Nazionale Gran Paradiso. Se guardiamo al bicchiere mezzo pieno si tratta del 40% in meno rispetto al 2021.

Più del 20% di quanto andato bruciato nel 2022 consisteva in ecosistemi forestali. Il 38% degli ecosistemi forestali colpiti da incendio ricade all’interno del sistema nazionale delle aree protette terrestri.

In particolare:

  • circa 6800 ha di querceti e faggete;
  • 4700 ha di sempreverdi come leccete e macchia mediterranea;
  • Gli aghifoglie sempreverdi bruciati sono stati circa 4700 ha;
  • 2700 ha di pinete mediterranee
  • 16 ha di lariceti, aghifoglie decidue alpine.

Il rapporto tra la superficie complessiva percorsa da incendio (dato EFFIS) e la superficie forestale coinvolta (dato ISPRA) è rimasto non troppo distante dal 20% negli ultimi cinque anni.

Le aree più colpite

Il triste primato di area più colpita da incendi spetta alla Sicilia con oltre il 50% del totale nazionale di territorio incendiato. Si tratta di più di 35.000 ha.

Calabria (più di 1800 ha), Lazio (più di 1300 ha), Campania e Toscana (quasi 1100 ha), Piemonte e Friuli-Venezia Giulia (circa 1000 ha).

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Nel 2022 le aree protette maggiormente interessate da incendi sono state:

  • la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Boschi di Piazza Armerina” nella provincia di Enna in Sicilia, già vittima della stessa piaga nel 2021 con quasi 900 ha di cui circa 500 pinete;
  • la Riserva Naturale Regionale “Riserva naturale orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia” sempre nella provincia di Enna (anche qui quasi 900 ha, principalmente pinete).
  • La Zona Speciale di Conservazione “Carso Triestino e Goriziano” (circa 400 ha quasi interamente latifoglie decidue),
  • la ZSC “Complesso Monte Bosco e Scorace” in provincia di Trapani (circa 400 ha).

Rispetto al 2021, la superficie interessata da incendi è complessivamente diminuita nelle regioni del Centro-Sud, Sud e nelle isole maggiori, mentre è aumentata nelle regioni del Centro-Nord e Nord.

I giorni più pericolosi

Gli incendi maggiori sono stati rilevati i primi giorni di luglio in provincia di Enna nei comuni di Aidone, Piazza Armerina.

E nella terza decade di luglio in provincia di Lucca (Camaiore, Massarosa, Lucca, 750 ha) e in provincia di Gorizia e Carso triestino-sloveno (Doberdò del Lago, Duino, Monfalcone, più di 400 ha).

Mentre nella metà di agosto in provincia di Trapani (Buseto Palizzolo, Castellammare di Stabia, circa 450 ha).

Una attività minore, che ha interessato circa 400 ha, ma impattante è avvenuta invece nella seconda metà di marzo  in provincia di Belluno (comuni di Longarone e Ponte nelle Alpi.

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