Climate ChangeIl cambiamento climatico è oramai un tema al centro dell’agenda politica mondiale. Tante sono le misure che vengono messe in atto per arginare l’aumento delle temperature dovute all’incremento delle emissioni di gas serra. Qui di seguito vediamo alcuni effetti deleteri legati all’aumento delle temperature globali e alcuni dati Ispra sulle emissioni relativi all’Italia. 

Usa, il 60% delle zone contaminate è vulnerabile a effetti del climate change

Secondo un report del Government Accountability Office degli Stati Uniti quasi il 60% dei siti contaminanti e destinati alla bonifica ambientale è situato in aree vulnerabili agli effetti deleteri del riscaldamento globale. Nello specifico dei 1571 siti inseriti nella National Piorities List  che stila l’elenco delle zone ammesse al finanziamento, ben 945 si trovano in aree soggette a inondazioni, tempeste, innalzamento del livello del mare e incendi. Si tratta di zone che potenzialmente potrebbero rilasciare contaminanti pericolosi per la salute pubblica.

Isole Marshall rischio aumentato dal climate change

La Runit Dome, un sito nelle Isole Marshall contenente suolo radioattivo e detriti legati test delle bombe nucleari Usa, è a rischio di esplosione. A dirlo è un’inchiesta della testata Los Angeles Times che ha spiegato come il pericolo sia amplificato dall’aumento del livello del mare  legato al cambiamento climatico. Nello specifico il riscaldamento globale ha già causato delle crepe nella struttura che contiene i detriti nucleari stoccati dopo la fine delle sperimentazioni Usa.

I dati Ispra sulle emissioni

Spostandoci invece in Italia, Ispra ha diffuso i dati relativi emissioni dei gas serra nel terzo trimestre 2019, tema legato a doppio filo al riscaldamento globale. Nello specifico la stima tendenziale delle emissioni, secondo le previsioni, registrerà un incremento rispetto all’anno precedente, pari allo 0,6% a fronte di una crescita del PIL pari a 0,3%. “Non si verifica – spiega in una nota Ispra – l’auspicabile disaccoppiamento tra l’andamento delle emissioni e la tendenza dell’indice economico”. Tra le cause dell’aumento dei dati c’è la crescita dei consumi di combustibili per la produzione di energia elettrica (4,1%), dovuta prevalentemente alla riduzione della produzione di energia idroelettrica e delle importazioni.Risultano in discesa i consumi e le emissioni di carburanti nel settore dei trasporti (-0,1%) e di combustibili fossili nel settore del riscaldamento domestico (-0,4%).

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