Storage, generazione distribuita e microgrid: energia come sistema

e7280x165 20140326La versione 2.0 delle rinnovabili non può fare a meno dal porsi il problema dell’accumulo. Ma le finalità sono molteplici. E la regolazione … Il nuovo numero di e7

“La versione 2.0 delle rinnovabili non può prescindere dal porsi il problema dell’accumulo. Consideriamo che da una parte c’è un interesse verso la massificazione dell’autoconsumo, mi riferisco ai cosiddetti Seu definiti l’anno scorso con la delibera 571 dell’Autorità. Poi c’è tutto il tema legato a come collegare gli impianti al sistema di gestione di rete. Anche qui il movimento regolatorio è sincopato. Mi riferisco a un altro documento, il 557, in cui il regolatore, sulla scorta di una analisi di Terna, esprime la necessità dell’azienda di avere riserve a scendere e presenta come unica strategia attualmente possibile la diminuzione della produzione degli impianti rinnovabili. È chiaro come in questo contesto i sistemi di accumulo siano strategici consentendo di provvedere ad un servizio e di non perdere l’energia prodotta ma di conservarla. Certo, stiamo parlando di una realtà che si muove in maniera estremamente rapida, per cui tenere insieme tutti i tasselli e farli avanzare alla stessa velocità è complicato”.

Storage, generazione distribuita e microgrid costituiscono ormai un sistema sempre più essenziale per le nuove sfide energetiche che si declinano in strategie, innovazione, ripresa degli investimenti e sviluppo. Alla vigilia dell’appuntamento di Smart Grid International Forum, il 14 aprile a Roma, e7 ne ha parlato con Fabio Zanellini (Gruppo Sistemi di Accumulo di Anie Energia) e Andrea Galliani (responsabile Unità Produzione Energia, Fer ed Efficienza dell’Autorità per l’Energia). Secondo Zanellini, che prosegue affrontando in particolare il problema della regolazione, “a seguito del documento di consultazione 613 del 2013, ci troviamo in una situazione di attesa. Aspettiamo due provvedimenti: il primo è la delibera sugli impianti di accumulo presso i privati, per cui l’Autorità dovrebbe approvare la variante alla norma 0-16 che il Cei ha pubblicato a dicembre 2013 rispetto le prime indicazioni di sistemi di connessione. Una delibera particolarmente voluta da Anie. L’altra delibera che attendiamo riguarda gli schemi di connessione e di misura che salvano gli incentivi per l’accumulo accoppiato a un impianto fotovoltaico”.

“Oltre questo però – aggiunge – c’è un altro aspetto su cui l’Aeeg dovrà intervenire a breve: l’accumulo sulle reti di distribuzione. Difatti sia il V Conto Energia che la delibera 288 (sistemi di accumulo e trasmissione) indicavano la necessità di pronunciarsi in merito. Mancano quindi ancora alcuni tasselli necessari a completare e rendere definitivamente chiaro il processo di connessione di storage privato alle reti pubbliche. Credo che l’Aeeg non tarderà molto, ci aspettiamo una risposta a breve”.

“Il regolatore dovrebbe promuovere una regolazione che, per quanto possibile, non orienti aprioristicamente il sistema elettrico verso l’una o l’altra tipologia di installazione, ma che dia i corretti segnali sulle esternalità e sui costi indotti da queste installazioni, in un’ottica di efficienza. È proprio ciò che l’Autorità ha inteso fare pubblicando i propri orientamenti in materia con il Dco 613/2013/R/eel (pubblicato a dicembre e non ancora trasformato in delibera)”, sottolinea dal canto suo Galliani che poi aggiunge come “ a fini regolatori, l’Autorità ha indicato che i sistemi di accumulo potrebbero essere considerati come unità di generazione, applicando a essi quanto già oggi previsto per i sistemi di pompaggio (che sono meccanismi di accumulo)”.

Più nel dettaglio, quanto ai punti essenziali della regolazione, Galliani precisa che “per quanto riguarda le connessioni, nel Dco 613/2013/R/eel, l’Autorità ha indicato che le procedure da seguire dovrebbero essere le medesime già oggi applicate per le connessioni degli impianti di produzione. Nel primo periodo potrebbero essere applicate le condizioni procedurali ed economiche semplificate previste oggi per gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento e impianti Fer (procedure e tempistiche standard con indennizzi automatici e corrispettivi a forfait)”.

Per quanto riguarda il dispacciamento, “l’utente, o il produttore, dovrebbe avere la facoltà – per quanto non strettamente necessario all’efficiente gestione in sicurezza del sistema – di definire una unità di produzione specifica per i sistemi di accumulo installati, separata dagli altri gruppi di generazione, o di considerare i predetti sistemi come uno dei gruppi di generazione che costituiscono l’unità di produzione, mantenendone le caratteristiche originarie (almeno in fase di prima applicazione). Ciò significa che, almeno inizialmente, se viene installato un sistema di accumulo presso un impianto fotovoltaico, il produttore può ancora configurare un’unica unità di produzione che continuerebbe a essere trattata nel sistema elettrico come non programmabile. Tuttavia a regime occorrerà valutare quando ricorrono i presupposti in base ai quali la nuova unità di produzione (comprensiva del sistema di accumulo) diventa programmabile a tutti gli effetti”.

“Occorre poi valutare come gestire i sistemi di accumulo in presenza di incentivi (di varie forme), fermo restando il fatto che – nel caso di incentivi sulla produzione – l’energia elettrica incentivata continua ad essere quella prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili”, conclude. 

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