Aumento delle transazioni di mercato, creazione di posti di lavoro, risparmio sui costi e maggiore efficienza. Il valore economico che potrebbe produrre, nel periodo 2016-2020, il mercato europeo diretto dagli Open Data ammonta a 325 mld di euro. Per questo il 18 novembre è stata ufficialmente lanciata la versione beta del portale dei dati europeo che, rivolgendosi all’intera catena del valore, vuole promuovere lo sfruttamento di questo grande potenziale.
Il nuovo servizio consentirà a chiunque di accedere ai dati pubblici provenienti da 34 Paesi e disponibili in 240.000 dataset referenziati con oltre 13 categorie di classificazione dei contenuti: dalle informazioni sulla criminalità di Helsinki alle mappe forestali in Francia.
Per il successo dell’iniziativa è necessario, però, che la diffusione degli open data raggiunga il giusto grado di maturità. Ad affermarlo due studi di Capgemini Consulting, divisione di Capgemini Group, intitolati “Open Data Maturity in Europe 2015: Insights into the European state of play” e “Creating Value through Open Data: Study on the Impact of Re-use of Public Data Reosurces”.
I rapporti, richiesti dalla Commissione UE nell’ambito del programma Connecting Europe Facility a supporto dello sviluppo degli open data, studiano i Paesi EU28+ (i 28 dell’Ue più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Le cifre contenute parlano di 629 milioni di ore evitate nel traffico, 16% in meno di consumi energetici, 1,7 miliardi di euro risparmiati dalle pubbliche amministrazioni. Dati importanti riguardano anche la maturità delle politiche nazionali a sostegno dei dati: negli EU28+ solo il 44% ha completato il percorso di piena maturità mentre il 32% si appresta ad adottare politiche per la gestione delle licenze o del traffico sul portale.
I rapporti presentano delle raccomandazioni che supporteranno lo sviluppo del portale europeo: diffondere maggiore consapevolezza tra cittadini ed aziende e aggiungere funzionalità base ai portali per semplificarne l’uso; sviluppare linee guida nazionali che si occupino di questioni come i domini di priorità e la frequenza di rilascio dei dati e misurare il successo di un’iniziativa open data per aiutare a identificare i benefici e le possibilità di miglioramento.
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