Roma Capitale dimentica gli aggregati riciclati

Le violazioni secondo Anpar

Roma Capitale, nella gara di appalto per interventi urgenti e ordinari di manutenzione stradale (valore complessivo di 720 milioni di € su 15 lotti), ha  violato le recenti norme relative ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) Infrastrutture. E’ quanto sostiene Anpar, l’Associazione Nazionale Produttori di Aggregati Riciclati che aderisce ad Assoambiente.

L’Associazione ha evidenziato all’Anac come nell’appalto siano state totalmente disattese le norme tecniche oggi vigenti in merito all’economia circolare.

Roma Capitale termovalorizzatore
foto Pixabay

Cosa accade se usiamo meno materiale riciclato? Che sprechiamo più materiale che usiamo più energia per produrne di nuovo e che creiamo più rifiuti. Un costo ambientale che con le tecnologie attuali possiamo eliminare. Eppure l’appalto di Roma Capitale non mette a fuoco correttamente questo aspetto. Si tratta di un importo particolarmente elevato, 720 milioni di € per opere stradali, quindi che coinvolge anche molto materiale, ed è in fase di aggiudicazione.

L’economia circolare si attua pienamente quando e solo se le materie prime ottenute dalle raccolte differenziate e dal successivo riciclo vengono impiegate concretamente per sostituire materie prime vergini. Questa vicenda è esemplificativa di ciò che spesso avviene nel nostro Paese, con ottime performance di riciclo realizzate dalle imprese che poi vengono disattese nella pratica. Stupisce che a un anno dall’entrata in vigore delle norme sui criteri ambientali minimi non se ne preveda concreta applicazione in un appalto così rilevante e strategico per la capitale d’Italia e questo contenga anzi riferimenti a norne non più vigenti”, evidenzia Paolo Barberi, presidente di Anpar.

Le violazioni secondo Anpar

  • le norme CAM sono citate genericamente solo nella parte amministrativa, ma non in quella tecnica del capitolato;
  • si prevede l’obbligo di richiedere agli operatori l’iscrizione al repertorio di riciclaggio, che da 10 anni è stato chiuso dal MASE;
  • le temperature di posa e di confezionamento delle miscele bituminose e i requisiti degli impianti da cui gli operatori si devono rifornire sono in totale violazione delle norme CAM;
  • non si fa riferimento alcuno ai coefficienti di rifrazione previsti dai CAM strade per evitare le isole di calore;
  • si prevede l’utilizzo dei soli aggregati naturali di cave per la realizzazione di strati di fondazione stradale e non anche di materiali riciclati, come previsto dai CAM;
  • il capitolato fa riferimento a norme tecniche e prove sui materiali non più in vigore da anni.


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