Superbonus 110%
foto Pixabay

Inevitabile che la guerra in Ucraina abbia delle ripercussioni sul sistema energetico italiano, estremamente vulnerabile per la sua dipendenza dalle importazioni di gas.
Potrebbe essere necessario dunque incentivare l’efficienza energetica, che già prima di questa crisi internazionale si era rivelata una chiave per rispondere alle esigenze dell’Italia.

Per imprimere un’accelerazione a questo processo, il Cesef, Ufficio studi di Agici finanza d’impresa ha elaborato una proposta contenuta nel rapporto annuale 2021 “Il mercato dell’efficienza energetica”, presentato online in data odierna da Stefano Clerici di Cesef.

“L’Italia, sottolinea il Cesef, ha un capitolo di spesa che può già fare da volano ad un’accelerazione in direzione dell’efficienza energetica. Il Pnrr ha previsto 191,5 miliardi di euro per la ripresa economica e di questi oltre 36 miliardi sono dedicati ad attività riconducibili all’efficienza energetica, da anni un pilastro delle politiche energetiche e ambientali a livello europeo”.

Un vero potenziamento per gli interventi nel settore che, secondo il rapporto, soprattutto grazie alla misura del Superbonus 110%, hanno contribuito al rilancio economico del Paese dopo la crisi legata al Covid.
Secondo il Cesef però, non tutte le risorse del Pnrr sono facili da tradurre in investimenti effettivi, a causa del fatto che non sempre gli enti che devono gestire ingenti risorse sono in possesso di strumenti o competenze adeguate.

Gli ostacoli agli investimenti

Nel rapporto si sottolinea che, a frenare gli investimenti contribuisce l’elevata incertezza del quadro dei meccanismi incentivanti. Infatti, il Superbonus 2022 è stato rivisto, ma senza modificare l’impianto generale. Il primo problema riguarda il sistema dei titoli di efficienza energetica: nonostante siano stati stati oggetto di modifiche significative, il decreto del maggio scorso non ha risolto la principale criticità: cioè la mancanza di liquidità del mercato.

Il meccanismo delle detrazioni fiscali per la riqualificazione edilizia

Nel caso del meccanismo delle detrazioni fiscali per la riqualificazione edilizia, secondo il Cesef, bisogna riformare il sistema dei bonus senza abbandonarlo. La misura ha permesso di ottenere rilevanti benefici accompagnati però da ingenti costi per lo Stato.

La detrazione ha infatti attivato 16,2 miliardi di euro di investimento, generando circa 17,8 miliardi di euro di mancate entrate per lo Stato.
Date le recenti dinamiche, “è importante, sottolinea il Cesef, ottenere una semplificazione del complesso quadro normativo del Superbonus e una prospettiva di lungo periodo della misura capace di dare certezze a operatori e cittadini. Un “dopo Superbonus 110%” per evitare che l’interruzione della misura blocchi gli investimenti e la competizione tra le imprese con un effetto positivo in termini di riduzione dei costi: detrazioni agganciate alle performance energetiche e antisismiche degli interventi”.

Inoltre, il rapporto rileva come da parte delle utilities ci sia una crescente attenzione allo sviluppo di servizi energetici e in particolare dell’efficienza energetica.

Osserva Stefano Clerici, coordinatore della ricerca: “È elevato il rischio che i 16 miliardi che il Pnrr destina alle Pubbliche amministrazioni per interventi di efficienza energetica non riescano a essere integralmente spesi a causa delle stringenti regole definite a livello europeo, con tempistiche definite per la realizzazione dei progetti”.

Fattori critici, continua Clerici, sono l’assenza di competenze interne alla PA, la necessità di garantire che la riqualificazione energetica continui anche dopo il 2026 e lo scarso coinvolgimento dei soggetti privati nella realizzazione degli interventi. Occorre dunque sostenere la domanda attraverso obblighi di efficientamento del patrimonio pubblico e il supporto tecnico alle PA da parte di privati. Ma va anche accelerata la realizzazione dei progetti, integrando con risorse Pnrr progetti già avviati, con l’utilizzo di strumenti come il partenariato pubblico-privato, accordi quadro e strumenti di finanziamento dei fondi privati. Infine le procedure di gara vanno velocizzate introducendo tempi perentori e premialità per le PA che agiscono nel rispetto dei tempi”.

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