Cambiamenti climatici a rapporto nel documento dell’IPCC

ClimaaEvitare cambiamenti climatici irreversibili è possibile, la proposta dura e decisiva viene dall’ultima pubblicazione dell’IPCC

Sebbene la possibilità di mettere Eni e le sue tariffe a confronto con quelle di Edison, Enel e degli altri operatori del settore energia, permetta di individuare le soluzioni più convenienti, i consumatori trascurano spesso l’aspetto legato alla tutela dell’ambiente e l’importanza dell’efficienza energetica per evitare dispersione, sprechi e inquinamento.

L’IPCC, però, non si dimentica del problema dei cambiamenti climatici dovuti proprio alla mancata attenzione da parte dei Paesi industrializzati all’ottimizzazione dei consumi e sull’utilizzo di energia pulita. Per questo, lo scorso 2 novembre, l’organo sovranazionale si è riunito a Copenaghen per discutere e predisporre un piano d’azione.

La questione ambientale è in cima alle preoccupazioni delle superpotenze mondiali, da una parte maggiormente responsabilizzate dal ruolo che occupano e, dall’altra, imputabili delle maggiori cause che stanno danneggiando il pianeta. Chi più consuma più inquina. L’appuntamento non è stato infruttuoso e ha partorito importanti documentazioni.

Risultato dell’incontro è il rapporto 2014 sui cambiamenti climatici contenente una proposta risolutiva estremamente dura. Decisiva, infatti, l’accusa dell’IPCC all’intervento umano e la conseguente indicazione operativa per la limitazione dell’incremento di temperatura sul pianeta del prossimo secolo a soli 2°C.

Questa risulta, infatti, secondo l’analisi della conferenza, particolarmente stringente. Da un lato, entro il 2050 più della metà dell’energia della Terra dovrà essere prodotta da fonti a basse emissioni di inquinanti atmosferici, dall’altro, entro il 2100 i combustibili fossili, responsabili primari dei cambiamenti climatici, dovranno essere completamente eliminati.

Altrimenti, se non sarà rispettata la proposta dell’IPCC, “le continue emissioni di gas serra causeranno un ulteriore riscaldamento e cambiamenti di lunga durata in tutte le componenti del sistema climatico, aumentando la possibilità di severe, pervasive e irreversibili conseguenze per l’umanità e per l’ecosistema”.

Il rapporto ricorda, inoltre, come il periodo compreso tra il 1983 e il 2012 sia stato, proprio a causa dei cambiamenti climatici, il più caldo degli ultimi 1400 anni. E d’altronde si rilevano ad oggi i primi effetti del surriscaldamento globale, tra cui la crescente acidificazione degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci artici e la minor resa dei campi in diverse parti del mondo.

Senza un deciso intervento, quindi, la situazione potrebbe rivelarsi davvero grave, con un innalzamento, entro il 2100, della temperatura fino a 5° rispetto all’epoca pre-industriale. Per scongiurare i cambiamenti climatici, quindi è inevitabile evitare l’utilizzo dei combustibili fossili e, in mancanza di tecnologie alternative, dedicarsi, nel breve termine alle fonti di energia rinnovabile o a bassa emissione di CO2.

Entro il 2050, insomma, per minimizzare i cambiamenti climatici sarà necessario produrre almeno l‘80% dell’energia attraverso fonti rinnovabili e alternative, arrestando, con entusiasmo di attivisti e ambientalisti e diniego dei paesi esportatori quali Bolivia e Arabia Saudita, l’utilizzo del carbon fossile e dei suoi surrogati.

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