Conto Termico 3.0: Mase pubblica le regole applicative

La nuova architettura dell'efficienza energetica nazionale

Il panorama della politica energetica italiana segna un punto di svolta decisivo con la recente approvazione, avvenuta il 19 dicembre 2025, delle Regole Applicative relative al cosiddetto Conto Termico 3.0. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha così definito il braccio operativo del Decreto Ministeriale dello scorso 7 agosto, tracciando la rotta per un rinnovamento profondo dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento del Paese.

Conto Termico
Foto di Erik Mclean su Unsplash.

Questo provvedimento non rappresenta soltanto un aggiornamento burocratico, ma si configura come il pilastro fondamentale per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione previsti per il prossimo decennio, puntando con decisione sulla sostituzione dei vecchi impianti inquinanti con tecnologie di ultima generazione alimentate da fonti rinnovabili.

Piccoli interventi, grandi cambiamenti

L’ossatura del Conto Termico 3.0 poggia su una dotazione finanziaria imponente, pari a 900 milioni di euro annui, destinati a sostenere interventi di piccole dimensioni che, se sommati, sono in grado di spostare l’ago della bilancia dei consumi nazionali. Il meccanismo di incentivazione si conferma particolarmente aggressivo e vantaggioso, offrendo un sostegno in conto capitale che può coprire fino al 65% delle spese ammissibili.

Questa struttura di finanziamento è pensata per abbattere le barriere d’ingresso economiche che spesso scoraggiano privati e imprese nell’affrontare la transizione verso pompe di calore, sistemi a biomasse evoluti o impianti solari termici. L’obiettivo dichiarato è quello di stimolare una micro-riqualificazione diffusa, capace di generare un impatto macroscopico sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla bolletta energetica delle famiglie.

Conto Termico 3.0: passaggio tra vecchio e nuovo regime

Uno degli aspetti più delicati affrontati dalle nuove regole applicative riguarda la disciplina transitoria, necessaria per garantire continuità al mercato ed evitare vuoti normativi tra il precedente decreto del 16 febbraio 2016 e la nuova configurazione 3.0. Il documento ministeriale chiarisce con precisione le scadenze temporali per chi ha già avviato o concluso i lavori sotto la vecchia egida.

Per tutti gli interventi ammissibili alla disciplina del 2016, e portati a compimento entro il 25 dicembre 2025, resta fermo l’obbligo di trasmettere la richiesta di accesso agli incentivi entro e non oltre i sessanta giorni dalla data di conclusione dei lavori. Questa finestra temporale impone una gestione rigorosa della documentazione tecnica per non perdere il diritto al beneficio maturato.

Soluzioni d’emergenza e procedure per il comparto produttivo

Particolare attenzione è stata riservata al mondo delle imprese, motore della domanda energetica industriale, per le quali è stata prevista una procedura specifica in attesa della piena operatività dei nuovi sistemi digitali. Per i lavori avviati a partire dal 7 agosto 2025, che risultano ancora in corso alla data del 25 dicembre 2025, il Ministero ha istituito un canale di comunicazione privilegiato tramite posta elettronica certificata.

Fino a quando il nuovo Portaltermico non sarà ufficialmente in esercizio, le aziende possono infatti inviare una richiesta preliminare di accesso agli incentivi all’indirizzo Pec dedicato messo a disposizione dal Gse. Tale misura punta a proteggere gli investimenti già programmati, evitando che i tempi tecnici di aggiornamento delle piattaforme informatiche possano rallentare i cantieri della transizione ecologica aziendale.

Una visione di lungo periodo per la sicurezza energetica

L’approvazione di queste regole applicative completa il quadro normativo necessario per rendere l’Italia più resiliente e meno dipendente dalle fluttuazioni dei mercati esteri dei combustibili fossili. Integrando l’efficienza energetica con la produzione termica da rinnovabili, il Conto Termico 3.0 non si limita a sussidiare un acquisto, ma promuove un cambio di paradigma culturale nella gestione del calore.

In questo contesto, il ruolo del Gse sarà centrale nel monitorare che ogni euro investito contribuisca effettivamente a un risparmio energetico misurabile, garantendo al contempo che la transizione sia non solo tecnologicamente avanzata, ma anche amministrativamente fluida per tutti i cittadini coinvolti.

Leggi anche Nasce il Manifesto: “Le Pompe di Calore: Strumento per la Transizione Industriale ed Energetica”


Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.