Celle a combustibile a ossido solido, strumento per la transizione ecologica

Le celle a combustibile a ossido solido (SOFC) offrono una flessibilità e un vantaggio competitivo rispetto alle celle a membrana a scambio di protoni (PEMFC) attualmente dominanti. E’ quanto emerge nell’ultimo rapporto IDTechEx “Celle a combustibile a ossido solido 2023-2033: tecnologia, applicazioni e previsioni di mercato“.

Secondo il report il valore di mercato delle celle a combustibile a ossido solido raggiungerà i 6,8 miliardi di dollari entro il 2033.

Flessibilità delle fonti energetiche per le Celle a combustibile a ossido solido

La chiave di questo successo è data dalla fonte energetica. Difatti le SOFC a differenze della più diffuse cugine PEMFC possono funzionare con diversi combustibili non solo con l’idrogeno. C’è quindi spazio per il GNL, il biogas, il metanolo e l’ammoniaca. Una prospettiva interessante se si considera che difficilmente   sarà disponibile a breve raggio una fornitura di idrogeno verde o blu di elevata purezza, in grado di soddisfare tutta la domanda.

Inoltre possono essere usate per le tecnologie marine.

IDTechEx ha effettuato una valutazione su quasi 30 SOFC di diversi fornitori disponibili in commercio (o prossimi al lancio). In tutti i casi la capacità di operare con i combustibili disponibili oggi e domani,  rendono le SOFC una tecnologia in grado di consentire una transizione nei metodi di produzione di energia. Inoltre rendono possibile il generare energia a emissioni zero utilizzando combustibili come l’ammoniaca.

Unico problema i carburanti usati dalle SOFC sono tutti pericolosi per l’ambiente.

Perchè i carburanti SOFC sono pericolosi per l’ambiente

  • Il metano è considerato a basse emissioni di carbonio rispetto ai motori a combustione diesel o alle centrali elettriche a carbone, ma produce comunque CO e CO2 .
    • Il metano è anche suscettibile di slittamento del metano (boil-off methane), un potente gas a effetto serra, mentre l'”e-methane” si basa sul carbonio proveniente prevalentemente da fonti industriali, che alla fine deve essere eliminato.
  • L’idrogeno ha una bassa densità energetica volumetrica e le temperature di stoccaggio di -263°C, che richiedono molta energia per essere raggiunte e mantenute.
  • L’ammoniaca è altamente tossica in caso di fuoriuscita. L’ammoniaca verde è un derivato dell’idrogeno verde, quindi prima deve esistere un’abbondanza di idrogeno verde.

 

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