Comincia a farsi spazio in Italia l’idea di un’economia basata sull’idrogeno. Nel 2018, ha spiegato Cristina Maggi di H2IT, l’associazione protagonista della crescita dell’idrogeno in Italia promotrice dell’evento digitale “L’economia dell’idrogeno: occasione di rilancio e strumento per la Transizione Energetica in Italia” (23 marzo 2021), la domanda totale si è attestata a 8,3 milioni di tonnellate di idrogeno, per il 45% la richiesta ha riguardato le raffinerie e per il 34% l’industria chimica della produzione di ammoniaca.

L’economia dell’idrogeno

L’industria, ha aggiunto la Maggi, “è estremamente recettiva per ciò che riguarda l’idrogeno”, e ha partecipato ai progetti transfrontalieri Ipcei. Il primo è stato lanciato a dicembre 2020 e vede la Germania capofila e l’Italia partecipante. Continuando tra i nuovi “alleati” dell’idrogeno, c’è la Clean hydrogen for Europe, partnership in grado di attrarre nuovi fondi per progetti di ricerca e dimostrativi, erede del Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking . Il prossimo mese, ha concluso la Maggi, dovrebbe essere pubblicata la strategia nazionale, con immediati impatti positivi sulla creazione di posti di lavoro.

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Obiettivi della strategia nazionale sull’idrogeno. Slide proiettata da Cristina Maggi, H2IT.

La normativa italiana sull’idrogeno

Guardando al quadro normativo italiano questo non è ancora definito. “Il decreto Mise del marzo 2017 ha aperto la strada a microcogeneratori, considerando anche quelli con celle a combustibile”, ha spiegato Viviana Cigolotti dell’Enea. “I veicoli a idrogeno sono classificati tramite una regolamentazione europea, ma in Italia ci sono solo prescrizioni generali che richiedono applicazione caso per caso per immatricolazione”, ha aggiunto.
In merito alla sicurezza delle infrastrutture “a fine 2018 è stata pubblicata la regola tecnica per la prevenzioni degli incendi: le infrastrutture possono usare pressioni a 700 bar”, regola che ha favorito l’allineamento dell’Italia agli altri paesi europei. Sul blending “non esiste una posizione giuridica chiara in Italia”, l’unico è il regolamento di Snam che consente un massimo del 15% in volume del biometano in rete. Opportunità di aggiornamento normativo può essere la revisione della Red II che favorirebbe lo sviluppo dei gas rinnovabili, incluso l’idrogeno verde, grazie al “meccanismo di ‘block and claim’”.

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Garanzia di origine dell’idrogeno. Slide proiettata da Viviana Cigolotti.

Il ruolo delle Regioni

Il ruolo delle Regioni nello sviluppo della filiera idrogeno sarà strategico, come illustrato anche da Alberto Sogni del Clust-ER Greentech dell’Emilia-Romagna. Queste ospiteranno le hydrogen valley, ecosistemi previsti nella Strategia sull’idrogeno che favoriranno lo sviluppo integrato delle tecnologie a idrogeno. Il ruolo di enti locali e autorità regionali è rivendicato anche dal Comitato europeo delle regioni, spiega Sogni, e supportato dalla piattaforma European hydrogen valleys partnership. Questa, promossa dalla Commissione europea, riunisce a livello italiano le regioni Emilia Romagna, Piemonte e Umbria e la provincia autonoma di Bolzano. A fine 2019 la regione Emilia Romagna ha presentato sei progetti legati all’idrogeno e sviluppato una strategia intelligente dedicata alla S3 “smart specialization strategy”, pre-requisito per ottenere i fondi strutturali europei. La giunta regionale è anche al lavoro per rinnovare il piano energetico triennale 2021-2023.

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Gli esempi della strategia nazionale sull’idrogeno di Germania e Francia. Slide proiettata da Alberto Sogni.

Uso dei materiali e sicurezza

Di innovazione e sicurezza in merito all’uso dei materiali hanno parlato Antonio Lucci di Rina e il professore Marcello Romagnoli dell’università di Modena e Reggio Emilia. Quest’ultimo si è soffermato sulle applicazioni delle celle a combustibile, ad esempio sul trasporto pubblico locale, anche se “il grosso problema in Italia sono le infrastrutture di servizio. Ne abbiamo troppo poche, bisogna aumentarle rapidamente se vogliamo che la tecnologia prenda piede almeno nel campo dei trasporti”. A Modena, ha aggiunto, dovrebbe diventare attivo un nuovo punto di rifornimento oltre quello già funzionante a Bolzano. Le bombole per il trasporto di idrogeno compresso, ha aggiunto, devono essere “in grado di resistere ad elevate pressioni e a diversi cicli di carica e scarica”. Poi i treni Alstom che “già circolano su tratte non elettrificate e montano le celle a combustibile e le taniche di idrogeno sul tetto”. Tra i settori “in fermento” quello di trattori, navi e sommergibili.

 

Assenza di regole chiare sul blending

I tempi per arrivare alla definizione di limite di immissione idrogeno in rete gas non sono ancora precisi, ha confermato Matteo Robino di Snam. Di contro, ha aggiunto, “la rete capillare per il trasporto efficiente e a basso costo di gas”, la sua natura manifatturiera e la favorevole posizione geografica possono rendere l’Italia un hub dell’idrogeno. Con diretti benefici sia “in termini di decarbonizzazione del sistema energetico che di creazione del valore dell’industria”. Per questo, ha anticipato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, a Key Energy ci sarà un’area destinata esclusivamente all’idrogeno.

7 linee d'azione
7 linee d’azione per l’idrogeno. Slide proiettata da Matteo Robino.
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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste