“Italia leader nella lotta agli ecoreati”. Il dossier Legambiente

Shutterstock 271807145Nel 2016 sono stati individuati e contestati 143 casi di inquinamento ambientale, 13 di disastro ambientale, 6 di impedimento di controllo, 5 delitti colposi contro l’ambiente, 3 di omessa bonifica e 3 di aggravanti per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale. La Regione che registra il numero più alto di Ecoreati contestati è la Campania (70), denunciati è la Sardegna (126). La Puglia ha registrato il record di arresti (14), invece la Calabria di sequestri (43).

È il bilancio contenuto nel dossier di Legambiente delineato a due anni dall’approvazione della legge sugli Ecoreati 68/2015, il provvedimento che ha incluso i delitti verso l’ambiente nel codice penale presentato, presentato stamane a Roma durante il convegno “Legge sugli ecoreati. Risultati e prospettive dell’applicazione di una riforma di civiltà per tutelare ambiente, salute e imprese sane”.

La legge sugli Ecoreati “ha inferto più colpi agli interessi delle organizzazioni criminali di quanto può aver fatto l’intervento sul voto di scambio politico-mafioso, di cui si e’ discusso per settimane”, ha commentato il Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il tema è “antico”, come evidenziato dall’On. Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera: “Se ne parlava già vent’anni fa, ma chi ne parlava era uno ‘sfigato’. Sia chi denunciava, sia chi parlava, sia chi indagava “. “Terra dei fuochi, Ilva, Eternit. Solo alcuni dei dolorosi fatti di cronaca che in questi anni hanno determinato una forte attenzione dell’opinione pubblica e della politica su un problema che andava affrontato con assoluta urgenza“, ha sottolineato di rimando il Presidente del Senato Pietro Grasso”. L’approvazione della legge n.68 del 2015 “ha rappresentato uno spartiacque importantissimo”.

Oggi, invece, l’Italia è “leader nella lotta agli ecoreati, ed è il primo anello di una catena più lunga, che va costruita con l’obiettivo di innalzare i controlli ambientali per tutelare l’ambiente, la salute e le imprese sane”, ha affermato il Direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani.

La legge favorisce un lavoro incisivo su più fronti: il sequestro di depuratori malfunzionanti, il traffico illecito di rifiuti (primo delitto ambientale della normativa italiana approvato nel 2001), inquinamento pregresso e assenza di bonifica, pesca illegale (a Taranto), gli scarichi industriali non trattati (Chieti), estrazione abusiva di inerti dalle cave o dai fiumi. Nello specifico, i beni sequestrati sono stati 133 beni per un valore di circa 15 mln di euro e le sanzioni hanno toccato 574 ecoreati – più di uno e mezzo al giorno – di cui 173 hanno riguardato specificamente i nuovi delitti (30% del totale).

Un lavoro che non si ferma qui: “Purtroppo ci sono ancora molti fronti aperti, mi riferisco all’abusivismo edilizio e alla cementificazione del territorio, fenomeno collegato al rischio idrogeologico”, ha sottolineato Rossella Muroni, Presidente di Legambiente. Legambiente sottolinea la necessità di mettere in campo nuove azioni per rendere più incisiva l’azione repressiva e preventiva della legge sugli Ecoreati: ad esempio, un’operazione di formazione per tutti gli operatori del settore, la definizione delle linee guida nazionali per garantire un’uniforme applicazione della legge e quella di una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire le sanzioni che vengono fatte pagare ai responsabili dei reati contravvenzionali minori in base a quanto previsto dalla parte Sesta Bis del Codice ambientale. Inoltre, l’associazione ambientalista ricorda che resta da approvare il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette e da completare l’iter di definizione dei decreti attuativi per rendere operativa la legge 132 del 2016 che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente.

Presenti all’evento anche il Presidente della commissione Ecomafie, Alessandro Bratti e il Presidente di Assoarpa, Luca Marchesi.

 

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