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Da una parte il ruolo chiave nella riduzione delle emissioni di CO2, dall’altra la capacità di fare da “volano per l’innovazione, l’efficienza industriale e la creazione di nuova occupazione”. Sono questi i principali elementi che rendono l’elettricità il vettore energetico del futuro secondo lo studio Electrify 2030, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel. Dal report, presentato nell’ambito del Forum a Cernobbio, emerge come il comparto sia un “fattore abilitante di sostenibilità, resilienza e sviluppo economico per il Paese”.

Vettore elettrico e sostenibilità ambientale

In uno scenario mondiale che vede le emissioni di gas serra in continuo aumento, puntare sul vettore elettrico è una scelta vincente per almeno cinque motivi secondo lo studio. L’elettricità – spiega una nota di The European House Ambrosetti – se generata da un mix bilanciato con una quota rilevante di rinnovabili, permette di ridurre le emissioni di CO2; rafforza la resilienza del sistema energetico; promuove una maggiore efficienza energetica; si integra facilmente con la digitalizzazione, agevolando una migliore gestione dei consumi; infine, stimola l’innovazione e la sostenibilità degli stili di vita e dei processi industriali, assicurando prodotti migliori”.

Fonti fossili, un paradigma non più perseguibile

Gli ultimi dati sui cambiamenti climatici e sulle emissioni di gas serra nel mondo dimostrano che il paradigma energetico tradizionale, basato sulla produzione di energia solo da fonti fossili, non è più perseguibile – sottolinea in una nota Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti -.  In questo contesto, il vettore elettrico ha le potenzialità per diventare il vettore energetico del futuro”.

L’elettrificazione rappresenta soprattutto un’opportunità industriale senza precedenti, con l’attivazione di nuove filiere industriali, la creazione di nuovi posti di lavoro e lo stimolo agli investimenti – aggiunge De Molli –  i nostri consulenti hanno stimato che la mobilità elettrica nel suo complesso potrebbe attivare un fatturato cumulato compreso tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro al 2030 in Italia. Con riferimento invece alle tecnologie di elettrificazione, le nostre simulazioni prevedono che l’adozione delle tecnologie elettriche possa attivare un fatturato complessivo da un minimo di 135 miliardi di euro ad un massimo di 326,5 miliardi di euro per il Paese al 2030”.

Una trasformazione che va rafforzata

Attualmente questa trasformazione verso un sistema energetico in cui il vettore elettrico riveste un ruolo da protagonista è già in atto, spiega lo studio, ma “va rafforzata” ulteriormente. In particolare dai dati emerge come nel periodo compreso tra il 1990 e il 2016, l’elettrificazione abbia registrato un aumento a livello europeo passando dal 17% al 22%. In Italia la percentuale è passata, invece, dal 17% al 21%. Dati che che secondo le previsioni della ricerca potrebbero migliorare ulteriormente registrando nel 2030 un aumento compreso tra 3 e 9 punti percentuali sia in Europa, sia in Italia. 

Trasporti ed edifici, settori con la crescita maggiore

Se si adotta una prospettiva nazionale emerge come a registrare la crescita più rilevante sarà il settore dei trasporti, con proiezioni di rialzo dall’attuale 2% ad un range compreso tra il 5% e l’8%. Ottime performance sono previste anche per il l’elettrificazione degli edifici che dovrebbe passare dal 26% al 32-34%. Il settore industriale ha invece un un potenziale stimato in 2-4 punti aggiuntivi, a partire dalla quota attuale del 35%.

E-Mobility, 160 mila imprese coinvolte

In particolare se si analizzano i dati relativi all’e-Mobility contenuti nello studio, emerge come la filiera allargata di questo settore arrivi a individuare circa 160.000 imprese potenzialmente coinvolte, con oltre 820.000 occupati e un fatturato complessivo, ad oggi, di oltre 420 miliardi di euro. In una prospettiva al 2030 i benefici economici per il nostro Paese potrebbero tradursi in un fatturato addizionale compreso tra 102,4 e 456,6 miliardi di euro.

Edifici e industria, fatturato potenziale da 80 mld

Per quanto riguarda il comparto Edifici e Industria il fatturato potenziale è pari a circa 80 miliardi di euro. Sei sono nello specifico le tecnologie a più alto potenziale: pompe di calore, luci al LED, sistemi elettrochimici di accumulo, motore elettrico, elettronica di potenza, sistemi di gestione dell’energia in grado di generare tra 135 e 326,5 miliardi di euro al 2030.

Decarbonizzare e usare al meglio le risorse

“Il calo del costo delle energie rinnovabili – commenta in nota Francesco Starace, amministratore delegato di Enelha come prima conseguenza la riduzione del prezzo dell’elettricità che, sempre più sostenibile ed economica, è destinata a diventare la principale fonte di energia nei consumi finali. A fronte di una generazione sempre più rinnovabile, la progressiva penetrazione del vettore elettrico permetterà non solo di decarbonizzare i settori più inquinanti dell’economia, ma anche di utilizzare al meglio le risorse a nostra disposizione”. 

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