Innovazione_Energy innovation report 2021

In un’ottica di sostenibilità e transizione energetica, le aziende dovranno inevitabilmente rivedere il proprio consumo energetico e i sistemi di approvvigionamento, nello specifico, le utility dell’energia dovranno rinnovare i propri prodotti e modelli di business, anche investendo nelle start up. 

Le aziende dell’energia che operano in Italia sono state analizzate all’interno del Energy innovation report 2021”, redatto dall’Energy&Strategy group della School of management del Politecnico di Milano, presentato ieri 8 luglio.

Il questionario sottoposto alle aziende energia

Il quesito da cui si parte nel rapporto è: quali siano attualmente le strategie, le strutture organizzative e i processi che le utility attive nel mercato italiano adottano per gestire l’innovazione legata alla transizione energetica. 

A questa domanda, si è cercato di rispondere con un questionario che ha coinvolto oltre 200 soggetti.

L’84% delle energy utility analizzate si dichiara preparata ad affrontare la sfida della transizione energetica, che viene vista come un’opportunità di crescita per aumentare la marginalità delle imprese medio-piccole o per entrare in mercati completamente nuovi per le imprese grandi.

La maggior parte crede che l’innovazione sia lo strumento principale da adottare, ma allo stesso tempo, riscontra una difficoltà oggettiva a causa del fatto che internamente non ci sono risorse da destinarvi. Altra problematica riscontrata, la difficoltà di promuovere cambiamenti significativi nella cultura organizzativa e nel modello di business.

I settori in cui si vuole innovare secondo l’Energy innovation report

I settori in cui si vuole sviluppare innovazione nei prossimi anni riguardano il portafoglio di prodotti o servizi (84%) e i modelli di business (64%), mentre diminuisce l’attenzione sui processi interni (36%). Il 64% degli intervistati prevede che l’impatto dei processi di innovazione si realizzerà soprattutto su aree di business periferiche rispetto a quello principale, quali l’efficienza energetica, la smart mobility, lo smart building e la smart city.

Il 50% delle utility che hanno introdotto nuovi prodotti o servizi asserisce di aver ottenuto un significativo aumento della quota di mercato e il 36% di averlo almeno consolidato. 

Il 75% delle utility che ha destinato un budget all’innovazione ha tutta l’intenzione di volerlo aumentare nel prossimo futuro, senza però voler creare delle business unit ad hoc, solo il 36% lo ha fatto. L’intento è piuttosto di affidare il controllo dei progetti a unità organizzative già esistenti.

Oltre due terzi delle utility considerate, non possiedono dei sistemi di misurazione delle performance dedicati all’innovazione, così facendo è difficoltoso valutarne l’apporto. 

L'impatto di nuovi prodotti o servizi nel market share delle energy utility

Si diffonde la Open innovation 

Il 76% dei rispondenti ritiene che per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica dovrà sviluppare nuove competenze e tecnologie.

Ecco che, la open innovation potrebbe aiutare nel minimizzare tempi e costi, ad oggi è adottata dal 48% del campione, sicuramente in crescita rispetto al passato, ma permangono degli ostacoli: l’assenza di una struttura organizzativa interna in grado di occuparsi dei progetti e la difficoltà di identificare i partner con cui svilupparli.

Tra le pratiche di open innovation che destano maggiore interesse risaltano gli internal idea generation contest (83% delle imprese adopter), lo scouting di startup (50%) e le call4ideas (50%).

Gli ecosistemi imprenditoriali

L’Energy innovation report 2021 si focalizza anche sugli ecosistemi imprenditoriali, analizzando le ultime tendenze in termini di acquisizioni di startup energy, di investimenti di Cvc (Corporate venture capital) da parte delle energy utility e di monitoraggio delle principali startup indipendenti.

Le acquisizioni di start up innovative nel mondo energy

L’analisi delle acquisizioni di startup innovative nel mondo energy, per il triennio 2018-2020 (85 in totale) ha evidenziato un drastico calo, passando dalle 43 del 2019 alle 9 del 2020. I settori che prevalgono sono: la smart mobility, in crescita, ma anche l’energy storage, l’energia rinnovabile, lo smart building e cresce l’interesse per l’idrogeno.

Evoluzione delle acquisizioni di start up energy per ambito tecnologico

La maggior parte delle acquisizioni è stata effettuata da altre imprese del settore energy, ma questo non è accaduto non nel 2020, dove c’è stata una inversione di tendenza, con oltre il 75% delle operazioni condotte da aziende “non energy”. 

Le startup acquisite si caratterizzano per un’offerta hardware e service, sono circa i 2/3 del campione. Cresce l’interesse per le startup che sviluppano software (12%) e soluzioni combinate hardware-service o hardware-software (15%).

Dimezzati gli investimenti di Corporate venture capital delle energy utility 

L’Energy innovation report ha analizzato gli investimenti di Cvc del periodo 2018-2020, effettuati da utility europee, statunitensi e israeliane attive nei settori dell’energia elettrica e del gas, oppure multi-utility.

Sono state individuate 40 utility che hanno investito in 159 imprese, per un totale di 188 deal complessivi che sono andati quasi dimezzandosi dal 2019 (78) al 2020 (43), anche se mantenendo il volume di investimenti di circa 857 milioni di dollari. 

Il settore che ha ricevuto più denaro è lo smart mobility, soprattutto per lo sviluppo di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, ma sono ritenuti interessanti anche lo smart grid (16 imprese) e l’energia rinnovabile (15). 

Le principali startup innovative indipendenti attive secondo l’Energy innovation report

Sono 699 le principali startup innovative attive nel mondo energy, di cui il 52,4% in Europa, il 44,6% negli Stati Uniti e il 3% in Israele. 

A livello europeo, l’Italia si posiziona all’ottavo posto con 16 startup, preceduta da Spagna (25), Olanda (29), Svezia (31), Francia (44), Regno Unito (62) e Germania (70). 

Circa il 40% del campione è attivo nella smart mobility, mentre renewable energy, energy storage e smart building, rispettivamente con 84 (12%), 83 (12%) e 76 startup (11%).

Energia rinnovabile e idrogeno sono i settori che hanno avuto la maggiore crescita percentuale nell’ultimo biennio. L’offerta più diffusa è quella di hardware (42% del campione), seguita dai servizi con 181 startup, il 29% del campione. L’80% delle startup analizzate ha già venduto almeno un prodotto o servizio. Il settore con il maggior numero di startup giovani è l’energy storage. 

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