province caldeSettantadue province italiane su 110 sono più calde del resto del continente di 1,99°C. Rispetto a cinquant’anni fa la temperatura media dei comuni italiani è cresciuta di 2,2°C, molto lontano dal contenimento dell’aumento globale della temperatura fissato dagli accordi di Parigi a +1,5°C. Lo dimostra la ricerca realizzata dall’osservatorio Balcani, Caucaso e transeuropa (Obct)/EdjNet diffusa da stopglobalwarming.eu, iniziativa nata dall’idea di 27 premi Nobel e 5.227 scienziati che riunisce anche personalità del mondo della cultura e dello spettacolo.

I dati utilizzati per lo studio sono quelli prodotti da Copernicus e dallo European centre for medium-range weather forecasts (Ecmwf) poi rielaborati da Obct/Edjnet. La ricerca è parte del più ampio progetto “In marcia con il clima”, che indaga la variazione di temperature in ciascun comune italiano dagli anni ‘60 a oggi.

Province più calde: Brindisi capofila

La provincia di Brindisi è la più colpita con +3,12°C. Seguita da Roma, con +3,07°C, Sondrio, +2,98°C e Milano, +2,85°C. A livello regionale è più caldo il Lazio, +2,66°C, seguito da Trentino Alto Adige, +2,57°C. Ultima sul podio la Lombardia, +2,56°C.

La classifica delle 20 province più calde

Dopo Brindisi, Roma, Sondrio, Milano nella classifica delle prime 20 province più calde ci sono: Latina (2,79°), Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°), Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).

La raccolta firme

L’iniziativa stopblogalworming.eu sta raccogliendo le adesioni per la sua proposta: chiedere alla Commissione europea di tassare le emissioni di CO2 per ridurre le tasse sul lavoro.

Per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa sarà prevista una sanzione: dai 50 euro ai 100 dopo i primi cinque anni. Il tutto per incoraggiare il risparmio energetico e la transizione alle fonti rinnovabili. Si stima così un tesoretto di 180 miliardi di euro l’anno per ridurre la pressione fiscale sugli europei.

L’obiettivo dell’iniziativa è raccogliere 1 milione di firme in 7 Stati membri entro il 20 gennaio 2021.

Cittadini attivi per l’emergenza climatica

“Il compromesso raggiunto a Bruxelles sul tema dei cambiamenti climatici non è all’altezza della gravità dell’emergenza climatica”, dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni e fondatore di Eumans!, il movimento di cittadini europei attivo sullo sviluppo sostenibile. “I governi nazionali hanno messo sul tavolo una proposta (tassazione compensativa alla frontiera ed eventuale estensione dei diritti di emissione a nuovi settori produttivi dal 2023) del tutto insufficiente, che rischia di essere rivista al ribasso nel corso dell’iter legislativo. Soltanto i cittadini europei possono ora mettere sul tavolo le proposte che i governi non hanno avuto il coraggio di fare”.

L’augurio di Cappato è che “anche Greta Tumberg, i firmatari dell’appello. ‘Voglio un pianeta così’ promosso del Parlamento europeo e i sindaci italiani che proveremo a coinvolgere singolarmente vogliano cogliere questa opportunità di incardinamento istituzionale di un progetto concreto”.

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