Consumare meno. La policy di McDonald’s

Sangiovannilupa“L’apertura di San Giovanni Lupatoto è il culmine di un lavoro che ci vede attivi dal 2009. Risale a questa data l’incontro con McDonald’s e CasaClima, anzi, tra la nostra esperienza e la loro competenza”.

L’environmental manager Carla D’Andrea spiega così l’incipit della collaborazione che ha valso alla catena di ristorazione la certificazione CasaClima Nature.

 “Il nostro marchio lavora giornalmente con un sistema di quasi  500 ristoranti in Italia: usando la formula del franchising collaboriamo Mc2con 130 imprenditori, molto attenti a gestire in modo efficiente i punti di ristorazione, anche dal punto di vista energetico. Dal 2009 ci siamo concentrati sull’innovazione tecnologica e sull’adozione di materiali sostenibili: questo ci ha portato a sviluppare una precisa policy, condivisa all’interno della rete, anche per quanto riguarda la costruzione. L’incontro con CasaClima ci ha instradati maggiormente verso l’edilizia sostenibile: rientrando nei loro parametri di certificazione abbiamo trovato il punto di incontro tra le loro competenze – relative al settore alberghiero e ai centri commerciali – e le nostre necessità”.

Un percorso, iniziato nel 2009, che ha fatto della sperimentazione il proprio mantra.

L’apertura nel 2011 del ristorante di Milano Lainate è stato un punto di svolta perché abbiamo potuto sperimentare nuove modalità di costruzione e testare la produzione di energia da olio per frittura (sistema che non produceva quanto ci aspettavamo). Da questa esperienza abbiamo tratto molteplici insegnamenti: abbiamo compreso che l’adozione del solare termico e del fotovoltaico ci permettono di rispondere, almeno in parte, al nostro consumo energetico e che possiamo sfruttare le fonti di illuminazione naturale e i vetri bassoemissivi per creare il giusto equilibrio termico all’interno dei ristoranti.

Il cambiamento è avvenuto anche a livello culturale? 

Ci siamo resi conto che per impattare di meno sull’ambiente dobbiamo imparare a risparmiare energia e a evitare di disperderla. Ecco perchè abbiamo puntato sulla luce naturale e sui sensori che rilevano la presenza per l’illuminazione degli ambienti. La sostenibilità comincia dalle nostre tasche: gli italiani sono i peggiori lettori di bollette energetiche perchè danno per scontato l’incomprensibilità della stessa. All’interno dell’azienda stiamo lavorando con training specifici sulla sostenibilità ambientale, per istruire i dipendenti che diventeranno i nostri futuri direttori e per far sì che portino le esperienza acquisite anche a casa. Perchè non dimentichiamoci che è a livello domestico che ci sono gli sprechi maggiori: penso che la direttiva sull’efficienza energetica sia applicata in maniera blanda sul territorio in quanto, ad esempio, non si fanno controlli su dove poter adoperare l’energia da fonti rinnovabili (esistono ancora molti boiler elettrici).

Prossime esperienze?

Il condizionamento rappresenta il 35-40% del nostro consumo energetico. Adottiamo già pompe di calore e intervert e attualmente stiamo cercando di capire se, installando un software che comunichi con i dispositivi di condizionamento, con l’equipement della cucina e con i dispositivi di illuminazione è possibile regolare in modo automatico il flusso energetico.

Non pensa sia più semplice rendere efficiente una nuova costruzione che riqualificarne una esistente?

Come marchio siamo ‘condannati’ alla ristrutturazione, alla manutenzione e al continuo aggiornamento. Il gruppo di lavoro più sensibile è quello del Construction Equipment in cui i licenziatari portano la propria esperienza mettendola a fattore comune. Maggiormente sfidante è efficientare un immobile che già esiste, ma sfruttiamo l’opportunità di rinnovare insieme ai nostri fornitori. L’apertura del ristorante certificato CasaClima è per noi un test: da un lato contiamo infatti di replicare il format, dall’altro vogliamo percorrere la strada dell’efficienza energetica anche sui ristoranti esistenti.

Infomc

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