La carriera marittima è sicuramente una delle più affascinanti che si possa scegliere. Il percorso formativo, forse, non è dei più noti, nonostante le opportunità occupazionali siano stimolanti grazie, anche, all’impegno profuso dal settore nel ridurre le proprie emissioni inquinanti e nell’adottare tecnologie di bordo più efficienti.

Lo scorso 19 luglio, è stato proclamato il primo laureato in Italia in Ingegneria delle tecnologie per il mare presso il polo universitario di Roma Tre ad Ostia. Per Giacomo Dieci, classe ’99, la passione per il mare si è trasformata in una professione.
Da anni Confitarma, la Confederazione italiana armatori, si spende per costruire insieme alle imprese percorsi di formazione rispondenti alle esigenze di settore, consentendo al personale marittimo di conseguire un alto livello di professionalizzazione e di ottenere certificati obbligatori per imbarcare. Un primato tutto italiano dove la sinergia tra l’armamento italiano e gli Istituti tecnici superiori del mare, Its, consente l’imbarco sulle navi di bandiera italiana di Allievi ufficiali di coperta e di macchina. Proprio questi Its sono al centro delle riforme che stanno attraversando il Paese. L’intervista a Luca Sisto, direttore generale di Confitarma.

Quali sono i punti chiave del provvedimento “Ridefinizione della missione e dell’organizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, che unifica sei proposte di legge di iniziativa parlamentare? E come tocca gli Istituti tecnici superiori del mare?

Innanzitutto, nel provvedimento, approvato il 20 luglio alla Camera e che ora passerà al Senato, viene valorizzato esplicitamente il ruolo e il contributo fondamentale delle imprese nell’ambito degli Its di riferimento, riconoscendo lo stretto legame tra tali sistemi formativi e il mondo del lavoro. Tale valorizzazione si esplica anche nella didattica integrata che vede un rafforzamento della presenza di docenti provenienti dal mondo del lavoro.
Nel piano di rilancio, la formazione rispondente ai fabbisogni di competenze e allo sviluppo tecnologico delle imprese è il primo indispensabile passo per promuovere l’occupazione dei giovani che vogliono rimanere in Italia, incentivando la creazione di nuovi posti di lavoro.
Ciò è tanto più vero per gli Its del settore marittimo che rappresentano un’eccellenza di questo sistema formativo: dalla loro istituzione, infatti, sono oltre due mila gli allievi che si sono diplomati presso gli Its del mare, con un tasso di occupazione prossimo al 100%.
Tra i punti chiave del provvedimento approvato alla Camera rientra sicuramente il ruolo delle Università con le quali si apre una leale collaborazione, pur nel rispetto dell’autonomia degli Its. Da tempo sosteniamo, infatti, l’esigenza di attribuire agli Its un’identità specifica in quanto la flessibilità dimostrata da tali Istituti nel rispondere ai fabbisogni specifici del mercato del lavoro rappresenta un ponto di forza che non può essere subordinato ad altri sistemi e processi formativi e didattici.

Si dice spesso che la transizione energetica creerà nuovi posti di lavoro, o forse è meglio dire che gli occupati nella brown economy troveranno posto nella green economy. Ancora di più, che stanno nascendo nuove figure professionali dalle competenze.

L’Istituto tecnico superiore del mare potrà contribuire a formare personale qualificato per i cosiddetti green jobs?

Il mondo del mare da molti anni è impegnato nella transizione ecologica e per l’abbattimento delle emissioni Ghg delle navi.
In particolare, la riconversione della flotta mercantile italiana in chiave ambientale ed innovativa è un obiettivo che l’armamento italiano persegue fin dagli anni ‘90, quando l’intera flotta di navi petroliere è stata rinnovata. L’impegno nella cosiddetta “rivoluzione verde” per riconvertire la flotta mercantile in chiave ambientale e innovativa ci consente, in particolare in alcuni settori (ro/ro, crociere, chimichiere, navi specializzate) di restare, come flotta di bandiera, ai vertici mondiali assicurando i più alti standard ambientali e di qualità. A tal fine sarà importante definire un piano di intervento che faciliti e acceleri il processo di rinnovamento della flotta di bandiera, coinvolgendo anche la cantieristica italiana, di fatto leader mondiale in alcuni comparti ad alto valore e individuando anche gli strumenti finanziari necessari.
In questo contesto, costante è l’attenzione dell’armamento italiano alla formazione e alla valorizzazione della gente di mare, in quanto le risorse umane sono l’elemento fondamentale a garanzia di un trasporto marittimo sicuro, efficiente e rispettoso dell’ambiente.
In particolare, la formazione delle nuove generazioni dei professionisti del mare nell’ottica della green economy è fondamentale anche alla luce delle nuove navi alimentate a Lng che necessitano di uno specifico addestramento del personale che opera su tali unità.
I percorsi formativi proposti dagli Its rappresentano lo strumento più efficace per rispondere a queste esigenze. Nel caso degli Its Mare, alternare la formazione in aula con quella a bordo delle navi, rappresenta lo strumento fondamentale per dare ai “giovani marittimi” la giusta sensibilità al rispetto dell’ambiente, la capacità di utilizzo delle nuove tecnologie, unica garanzia per ottenere dei futuri professionisti del mare “green”.

Quali sono i suggerimenti di Confitarma, sia in merito al provvedimento parlamentare che al piano formativo degli Istituti, per rendere questo tipo di formazione idoneo a rispondere alle richieste di mercato, così da offrire concrete opportunità di carriera alle nuove generazioni?

Gran parte delle istanze degli Its del mare sono già state inserite nel provvedimento approvato alla Camera.
Per migliorarlo ulteriormente sarebbe opportuno introdurre anche misure volte a svincolare gli Its dal sistema di finanziamento sulla base di bandi annuali, al fine di consentire un’adeguata programmazione dei corsi garantendo la certezza della continuità formativa.
L’auspicio di Confitarma è, quindi, che si possa finalmente portare a compimento quella riforma organica degli Its necessaria per fornire ai giovani le competenze effettivamente richieste dal mercato del lavoro e per non sprecare l’opportunità che il Governo Draghi ha messo a disposizione nel Pnrr, che prevede risorse per 1,5 miliardi in 5 anni.
Molto può essere fatto anche sui percorsi di accesso alle tante figure professionali che sono disciplinati da norme datate e non più rispondenti alle ultime riforme dell’istruzione. In questo contesto, un aggiornamento di tali percorsi più rispondente ai fabbisogni delle imprese potrà produrre effetti positivi sull’occupazione dei marittimi italiani e, quindi, offrire ulteriori opportunità di carriera marittima alle nuove generazioni.

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