Plastica, l’80% dei rifiuti in mare sono prodotti da attività sulla terraferma

Dal  quadro tracciato dall’Unep, alle nuove iniziative anti-plastica in Francia fino ai rilevamenti sulle montagne rocciose

PlasticaokLa maggior parte dei rifiuti in plastica che sono presenti nei mari di tutto il mondo è causata dall’attività umana sulla terraferma. Il dato, come ha sottolineato l’Unep (United Nations Environment Programme), si attesta a circa l’80% del totale ed è dovuto nello specifico a una poco efficace attività di riciclo di questo materiale.

Le cause

A salire sul banco degli imputati come responsabili di una situazione di questo tipo sono, solo per citare qualche esempio, in particolare le discariche illegali di rifiuti domestici e industriali e quelle legali mal gestite; lo scarso trattamento delle acque reflue e gli sversamenti di acque reflue; le cattive abitudini in spiaggia; l’attività industriale; il settore dei trasporti; la pesca.

Fiume Yangtze, uno dei maggiori veicoli di plastica in mare

Risale, invece, al 2017 uno studio che ha tracciato una classifica dei fiumi che portano in mare il più elevato quantitativo di plastica. In totale questi corsi d’acqua sono responsabili del trasporto del 90% circa dei rifiuti in plastica presenti nei mare. Al primo posto c’è il fiume Yangtze, in Cina. A seguire troviamo quattro fiumi giavanesi: Brantas, Solo, Serayu e Progo. In Europa, invece, il fiume che trasporta più plastica è il Danubio, che riversa ogni anno nel Mar Nero da 530 a 1500 tonnellate di plastica. In Italia invece, in base alla classifica, il corso d’acqua che riversa più plastica in mare è il Po.

Plastica sulle Montagne Rocciose

Un team di ricercatori dello US Geological Survey (USGS) ha rinvenuto plastica sulle Montagne rocciose, in America. I frammenti sono stati trovati nel 90% dei campioni di acqua piovana e ghiaccio raccolti. La maggior parte era nei campioni di Denver e Boulder, in Colorado. Alcune delle zone in cui la plastica è stata rilevata sono molto remote. Ad esempio uno dei siti che più ha colpito gli studiosi è stato il CO98, situato 3.159 metri al di sopra del livello del mare. “L’osservazione frequente delle fibre di plastica nei campioni di  del sito remoto CO98 a Loch Vale nel Parco nazionale delle Montagne Rocciose suggerisce che la plastica è onnipresente e non solo una condizione urbana”, spiega lo studio.

Plastica simile a ciottoli

Secondo uno studio ci sono forme di plastica in grado di mimetizzarsi, assumendo caratteristiche simili ai ciottoli. Questi frammenti, detti piroplastici, si formano quando la plastica viene riscaldata nei processi manufatturieri o quando si miscela ad altre sostanze dopo essere stata dispersa nell’ambiente. Questi finti ciottoli possono poi venire erosi dalla sabbia e dal mare.

Un documento per spiagge senza plastica

Quindici Comuni francesi hanno firmato una carta per avere spiagge senza plastica. Si tratta di un documento che è stato presentato lo scorso 5 agosto dal segretario di stato per la transizione ecologica Brune Poirson e che propone azioni concrete per combattere l’inquinamento da plastica. Tra i punti chiave dell’iniziativa la sensibilizzazione degli utenti, il coinvolgimento di soggetti economici, la promozione di attività di raccolta dei rifiuti.Tra i Comuni che hanno già aderito c’è Grau-du-Roi, Vias, Perros-Guirec, Biarritz, Poggio-Mezzana (in Corsica) e Boulogne-sur-Mer.

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