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Foto di Maksim Goncharenok da Pexels

L’aumento delle temperature non si ferma, Copernicus climate change service (C3s), con la collaborazione del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf l’acronimo in inglese), ha rilevato un nuovo valore massimo nel mese appena trascorso, con effetti preoccupanti specialmente nella regione siberiana

Novembre 2020 da record. La situazione in Europa per Copernicus

Lo studio riporta dati in sensibile crescita nel nostro Continente: novembre scorso si è chiuso con un valore inferiore solo di 0,2° C rispetto allo stesso mese record del 2015.  A livello di autunno meteorologico (dal 1° settembre al 1° dicembre n.d.r.), le temperature europee sono state superiori di 1,9° C rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010 e di 0,4° C rispetto al precedente primato dell’autunno 2006. La maggior parte dell’Europa ha registrato temperature superiori alla media, in particolare nelle porzioni settentrionali e orientali del continente. La regione Artica e soprattutto ampie zone della Siberia settentrionale hanno registrato temperature molto al di sopra della media durante tutto il 2020, non solo durante il mese di novembre e l’autunno meteorologico. Lo stesso vale per la banchisa di questa regione, particolarmente bassa dall’inizio dell’estate. Anche la banchisa polare ha raggiunto il livello più basso registrato nel mese di novembre dal 1979, quando sono iniziate le osservazioni satellitari. Dopo undici mesi i dati di C3s hanno portato il Wmo (Organizzazione meteorologica mondiale) a ritenere il 2020 uno dei tre anni più caldi mai registrati.

Le temperature nel mondo

Temperature notevolmente superiori alla media si sono registrate anche in alcune parti degli Stati Uniti, in Sud America, in Africa meridionale, sull’altopiano tibetano, nell’Antartide orientale e in gran parte dell’Australia. In Asia centrale e nell’Antartide occidentale si sono avuti valori inferiori alla media del periodo.

copernicus
Anomalia della temperatura dell’aria superficiale per novembre 2020 rispetto alla media di novembre per il periodo 1981-2010. Fonte dati: Era5. Fonte: Copernicus climate change service / Ecmwf.

I dati più importanti in breve

A seguire una panoramica sui valori più significativi:

  • A livello globale novembre 2020 è stato il novembre più caldo mai registrato;
  • Per l’Europa è stato il secondo più caldo mai registrato;
  • Le temperature sono state al di sopra della media del periodo 1981-2010 su una vasta regione che copre gran parte dell’Europa settentrionale, Siberia e Oceano Artico;
  • Le temperature sono state al di sotto della media in Asia centrale e Antartide occidentale.

La relazione tra aumento della temperatura e salute umana. La ricerca di Cmcc e instituto de Salud global di Barcellona sui rischi del calore urbano

Il caso di Torino

Le variazioni della temperatura hanno effetti sensibili anche nel benessere umano. L’aumento del caldo insiste anche sulla qualità della vita e sulle sue prospettive, specialmente nelle fasce più a rischio.  Una ricerca effettuata dalla fondazione Cmcc (Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici) e dall’instituto de Salud global (Isglobal) di Barcellona, dal titolo: “Social inequalities in heat-attributable mortality in the city of Turin, northwest of Italy: a time series analysis from 1982 to 2018”, insiste su come le disuguaglianze sociali possano influire sullo “stress da calore” prendendo come esempio il caso della città di Torino dal 1982 al 2018, sottolineando come l’effetto del calore sulla mortalità vari ampiamente tra le diverse categorie analizzate, suddivise per caratteristiche sociali e demografiche. Il rischio di mortalità risulta essere maggiore per le donne rispetto agli uomini, e aumenta con l’età in entrambi i sessi.

Tra gli aspetti di questo studio vi è però quello di considerare non solo le caratteristiche demografiche (età e genere) già esplorate in letteratura, ma anche il livello di istruzione, lo stato civile e il numero di occupanti all’interno della stessa abitazione. I risultati concludono che le donne più a rischio risultano essere quelle con i livelli di istruzione più bassi, mentre gli effetti significativi più elevati per gli uomini si osservano in corrispondenza degli estremi (livelli di istruzione più alti e più bassi). Le associazioni tra calore e mortalità sono disuguali tra i diversi aspetti della vulnerabilità sociale e, tra l’altro, i fattori che influenzano la vulnerabilità della popolazione alle temperature possono essere correlati ad aspetti demografici, sociali ed economici.

 

Abbiamo scelto di focalizzarci sulla città di Torino per la disponibilità di una serie storica molto lunga di dati giornalieri sui record di mortalità e ospedalizzazioni incrociati alle componenti socioeconomiche della popolazioneMarta Ellena, ricercatrice Cmcc e prima autrice dell’articolo, spiega la scelta del capoluogo sabaudo per la ricerca.

 

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