Sussidi dannosi Costa
Sussidi dannosi Costa

Il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni nei paesi membri. Si tratta di un target del 60% al 2030 rispetto ai livelli registrati nel 1990.

Dal Parlamento UE l’ok alla relazione della deputata Guteland

Nello specifico l’assemblea di Strasburgo ha dato il via libera alla relazione della deputata Jytte Guteland, relativa alla nuova legge sul clima UE, in cui si stabilisce il target di riduzione delle emissioni del 55% al 2030. Nel documento però è presente un emendamento che fa salire quest’obiettivo del 55% al 60%. Questa modifica ha ottenuto 352 favorevoli, 326 contrari e 18 astensioni.

Cosa hanno chiesto i deputati del Parlamento UE

I deputati UE, si legge in una nota, “hanno alzato ulteriormente la posta, chiedendo una riduzione delle emissioni del 60% nel 2030, aggiungendo che gli obiettivi nazionali devono essere aumentati in modo equo ed efficiente in termini di costi”.

Un obiettivo intermedio al 2040

L’Europarlamento vuole “anche che la Commissione proponga un obiettivo intermedio per il 2040, previa valutazione d’impatto, per garantire che l’UE sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo nel 2050”.

“Eliminino gradualmente tutte le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili entro il 31 dicembre 2025”

“Infine, i deputati chiedono che l’Ue e gli stati membri eliminino gradualmente tutte le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili entro il 31 dicembre 2025, e sottolineano la necessità di continuare gli sforzi per combattere la povertà energetica”, spiega la nota.

Guteland (S&D, Svezia): “Ci aspettiamo che tutti gli stati membri conseguano la neutralità climatica al più tardi entro il 2050”

“L’adozione della relazione invia un chiaro messaggio alla Commissione europea e al Consiglio in prospettiva dei prossimi negoziati”, commenta in nota la relatrice del Parlamento Jytte Guteland (S&D, Svezia) – Ci aspettiamo che tutti gli stati membri conseguano la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 e abbiamo bisogno di obiettivi intermedi solidi nel 2030 e nel 2040 affinché l’UE possa raggiungere questo traguardo”. “Sono inoltre soddisfatta dell’inclusione di un bilancio dei gas a effetto serra, che definisce la quantità totale rimanente di emissioni che potrebbe essere emessa fino al 2050 senza mettere a repentaglio gli impegni dell’Unione ai sensi dell’accordo di Parigi”, aggiunge.

Wwf: “Bene l’obiettivo del 60%, ma non è ancora in linea con quello che ci chiede la scienza”

Soddisfazione per la decisione del Parlamento europeo è stata espressa dal Wwf. Secondo l’associazione la plenaria di Strasburgo “ha preso una posizione molto più avanzata rispetto al taglio del 55% delle emissioni proposto dalla Commissione. Tuttavia, un obiettivo del 60% per il 2030 non è ancora in linea con ciò che ci chiede di fare la scienza per avere una possibilità di evitare i peggiori impatti provocati dal cambiamento climatico”.

Le richieste del Wwf

Nello specifico il Wwf e altre organizzazioni della società civile hanno chiesto una riduzione delle emissioni di almeno il 65% entro il 2030. E un obiettivo separato per la rimozione del carbonio attraverso l’assorbimento da parte del suolo e delle foreste. “Gli eurodeputati  – sottolinea in nota Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italiahanno dimostrato che per imboccare la strada del futuro occorrono coraggio e obiettivi sfidanti. Dando un contributo a indirizzare il confronto. Peraltro, la proposta della Commissione era ancora poco ambiziosa. E la parte sul taglio delle “emissioni nette” non era chiara ed esponeva a molte scappatoie. Un coraggio che va dimostrato anche dagli Stati, nella consapevolezza che oggi resistere alla transizione, invece di accelerarla, vuol dire perdere posizioni e occasioni economiche e sociali per il futuro.

Le sfide dell’Italia

“Per l’Italia – conclude Midulla – questa è una vera e propria occasione irripetibile. Se riusciremo ad attuare uno sviluppo coerente, innovativo e soprattutto in linea con gli obiettivi climatici, entro il 2030 non avremo solo una forte riduzione delle emissioni di CO2, ma anche un aumento del 30% del Pil e, soprattutto, un aumento del benessere di tutti, perché l’economia decarbonizzata porta moltissimi co-benefici, come ha dimostrato anche il Report ossigeno per la crescita”. 

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