Salute

Il cambiamento climatico influisce in maniera rilevante sulla nostra salute. L’inquinamento dell’aria, fenomeni meteorologici estremi causano, da un lato, siccità, difficoltà nel reperimento di cibo e di conseguenza malnutrizione; dall’altra favoriscono la creazione di ambienti con elevata umidità, ideali per la diffusione di batteri e di malattie, prima fra tutte la malaria. Non mancano poi gli studi che rilevano effetti sulla gestazione delle partorienti. Qui di seguito vediamo due ricerche dedicate al binomio climate change-salute.  

Salute e climate change

Lo studio di Lancet countdown incentrato sul rapporto tra salute e cambiamenti climatici mostra in particolare una correlazione rilevante tra l’aumento delle temperature globali, la diffusa malnutrizione, l’aumento dei casi di malattie infettive e la crescita della frequenza di eventi meteorologici estremi. A ciò si aggiunge, come noto, l’effetto dell’inquinamento atmosferico, che è diventato mortale tanto quanto il fumo di sigaretta. Dai dati del report emerge in particolare come la malnutrizione rappresenti la causa di due terzi delle morti nei bambini di età inferiore ai cinque anni.

Per quanto riguarda poi le infezioni, la situazione non è migliore. Secondo l’Oms, nel 2017 state circa 435.000 le morti per malaria a livello globale. Inoltre ogni due minuti un bambino in qualche parte del mondo muore a causa di questa malattia. Una situazione su cui incide pesantemente l’aumento delle temperature, il riscaldamento delle acque, il cambiamento dei modelli delle piogge e gli alti livelli di umidità che facilitano la diffusione di batteri responsabili di malattie come il colera o creano le condizioni di riproduzione ideali per le zanzare portatrici di malaria.

Infine l’inquinamento atmosferico  da polveri sottili (PM2.5) contribuisce già a causare 2,9 milioni di morti premature in tutto il mondo

Nascite premature in aumento

Uno studio realizzato dagli economisti Alan Barreca dell’Università della California e Jessamyn Schaller dell’Università di Cambridge, ha invece mostrato come l’aumento globale delle temperature contribuisca a far salire il numero dei bambini che nascono prematuri. Nello specifico, i due studiosi hanno calcolato che ogni anno in media 25.000 neonati vengono alla luce prima del termine canonico della gravidanza, con una “riduzione” totale di oltre 150.000 giorni di gestazione all’anno. Per lo studio sono stati utilizzati dati relativi ai tassi di natalità e ai dati di temperatura negli Stati Uniti nel periodo compreso tra il 1969 e il 1988.

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