Nuclear WasteIl business dell’ecomafia cresce. Nel 2018 ha raggiunto i 16,6 miliardi di euro, 2,5 mld in più dell’anno precedente, e ha interessato maggiormente il ciclo del cemento e dell’agroalimentare e, in secondo piano, quello dei rifiuti e gli animali. Questo a fronte del calo del bilancio complessivo dei reati contro l’ambiente che passa dagli oltre 30 mila illeciti registrati nel 2017 ai 28.137 reati del 2018. Più di 77 al giorno, più di 3,2 ogni ora.

Sono alcuni numeri contenuti nel rapporto Ecomafia 2019, presentato questa mattina in Senato alla presenza della vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, del ministro dell’ambiente, Sergio Costa, del Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho e di diversi esponenti del mondo istituzionale e politico. A realizzarlo Legambiente, in collaborazione con: Forze dell’ordine, Capitanerie di porto, Corte di Cassazione, ministero di Giustizia, Ispra, Snpa, Cresme, Commissione Ecomafie, Agenzia delle Dogane.

Numerixsettore

Nell’ultimo anno il calo più importante ha riguardato gli incendi boschivi (-67 per cento) e i furti di beni culturali (- 6,3 per cento). Anche il numero di persone denunciate e arrestate è diminuito: nel primo caso, 35.104 contro le oltre 39 mila del 2017; nel secondo, 252 contro i 538 del 2017.

A livello nazionale i clan censiti da Legambiente sono stati 368. Il maggior numero di ecoreati è stato registrato nella Regione Campania che domina la classifica regionale delle illegalità ambientali con 3.862 illeciti (14,4% sul totale nazionale) seguita da Calabria (3.240), Puglia (2.854) e Sicilia (2.641). La provincia con il numero più alto di illeciti si conferma Napoli (1.360), poi Roma (1.037), Bari (711), Palermo (671) e Avellino (667).

“Sono numeri che parlano da soli. Le applicazioni della legge sugli ecoreati (la n. 68 del 2015 ndr) nell’ultimo anno sono raddoppiate”, ha evidenziato in sede d’evento il sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo. Nel 2018 la legge è stata applicata dalle forze dell’ordine per 1.108 volte, più di tre al giorno, con una crescita pari a +129%. “In questi primi quattro anni dalla sua emanazione abbiamo ottenuto due grandi risultati: prevenzione da una parte e record di arresti, in particolare lo scorso anno, che ha colpito con forza le reti ecocriminali dall’altra”.

Il sottosegretario ha evidenziato come le infiltrazioni criminali vanificano “qualsiasi sforzo volto a diffondere la sostenibilità ambientale, attratte dal guadagno economico a scapito del benessere del territorio”. L’attenzione deve rimanere alta, ha concluso, e ora dovrà iniziare la “fase 2, quella delle bonifiche dei terreni contaminati”.

Clicca qui per vedere il video riepilogativo del rapporto.

Il ciclo illegale dei rifiuti. I numeri del 2018

Continua a crescere l’illegalità nel settore dei rifiuti, sia per numero di infrazioni, 7.984 (l’anno prima erano state 7.312), sia in termini di persone denunciate, 9.828, e sequestri, 3.091, mentre registra un lieve calo il numero di arresti, 93. I carabinieri, nelle loro varie articolazioni, hanno verbalizzato la parte più significativa delle infrazioni, pari a 5.818, seguiti dalle Capitanerie di porto (1.263), dalla Guardia di finanza (596), dai Corpi forestali regionali (271) e dalla Polizia di Stato (36). Dal 1997 le infrazioni superano abbondantemente la soglia dei 100.000, per l’esattezza 100.129. Nella quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa è stato rilevato il 47% delle infrazioni sul totale nazionale (in cifre, pari a 3.756); il numero più alto di reati è stato verbalizzato in Campania (1.589), Puglia (947), Calabria (657) e Sicilia (563). La Toscana è la prima regione del Centro con 634 infrazioni (802 denunce e 181 sequestri), che quest’anno è riuscita persino a scavalcare al quarto posto della classifica la Sicilia, che se n’è viste contestare 563; segue il Lazio (545), la Lombardia (535), il Piemonte (402) e così via. Da sottolineare che è la Lombardia la regione con il numero più alto di arresti, ben 23, seguita da Lazio e dalla Campania (15) e dalla Calabria (12).

Rifiuti

Link per approfondimento e grafici 

Gas refrigeranti HFC

In questa edizione del rapporto c’è una novità sul mercato nero dei gas refrigeranti HFC. Una fetta di questo mercato internazionale, anche in Italia, è completamente in nero, come emerso dall’analisi dell’Environmental Investigation Agency (Eia) e dal lavoro degli inquirenti dei paesi membri.

Shopper illegali

Per citare qualche esempio: sono state 6,4 milioni le borse di plastica illegali sequestrate al porto di La Spezia; 15 tonnellate di borse di plastica illegali sequestrate al porto di Palermo; 18 tonnellate di borse di plastica illegali sequestrate al porto di Trieste. E’ il frutto del lavoro condotto nell’ultimo anno e mezzo (2018 e primi cinque mesi del 2019) da Agenzia delle dogane e dei monopoli in collaborazione con Guardia di finanza e Carabinieri.

 

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.