costaI sedimenti alluvionali e costieri risultano essere collettori o fonti secondarie di arsenico e mercurio, prodotti da fonti naturali e antropogeniche e presenti nell’aria, nell’acqua e sul suolo. La speciazione di questi elementi, ossia la distribuzione nelle diverse specie chimiche, è determinante nel movimento di queste sostanze. Ma ancora oggi la comprensione delle dinamiche di questi elementi e la previsione della loro mobilità attraverso la speciazione, utile a valutare la produzione e la degradazione di forme organiche, risulta limitata.

Mercurio e arsenico, l’articolo di Arpa Fvg e università di Trieste

A riportarlo l’articolo Presenza e speciazione di arsenico e mercurio nei sedimenti alluvionali e costieri redatto da Alessandro Acquavita di Arpa Friuli Venezia Giulia, Stefano Covelli e Federico Floreani dell’università di Trieste, e pubblicato su un numero speciale della rivista Current Opinion in Environmental Science & Health.

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Il tema dell’ampia diffusione e della potenziale tossicità delle diverse specie chimiche di arsenico e mercurio è sempre di grande attualità. L’articolo parla della presenza e della speciazione di questi due elementi nei sedimenti costieri e raccoglie quanto riportato in letteratura ad oggi sul complesso ciclo biogeochimico, che interessa anche i compartimenti acquatici ossia oceani, laghi e fiumi. Infatti, il ciclo dell’arsenico e del mercurio nei sedimenti, inclusa la produzione dell’altamente tossico metilmercurio, è fortemente influenzato dalle condizioni biogeochimiche, specialmente quelle legate al ciclo dello zolfo e del ferromanganese.

Gli autori hanno sintetizzato i principali fattori biogeochimici che regolano le trasformazioni di arsenico e mercurio tra le diverse specie chimiche, evidenziando quelli che guidano la formazione delle forme più mobili e/o biodisponibili. La presenza di solfuro e metallo e di condizioni redox, vale a dire le reazioni chimiche in cui si ha un passaggio di elettroni da una specie chimica ad un’altra, sono risultate fortemente influenti nei cicli di arsenico e mercurio.

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Gli autori presentano anche una breve panoramica delle tecniche analitiche più avanzate nel campo della speciazione. Infine, sottolineano quanto siano necessarie ulteriori ricerche, ad esempio, sugli effetti della risospensione dei sedimenti indotta dalle operazioni di dragaggio o dal cambiamento delle condizioni redox a seguito della traslocazione di sedimenti contaminati per il ripristino delle barene in ambienti lagunari costieri. Questi ultimi potrebbero influenzare il destino dell’arsenico e del mercurio nel compartimento acquatico e il loro trasferimento nella catena trofica.

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