Energia, presente e futuro dell’industria tecnologica

mariniIl costo del lavoro in Italia è ormai a un livello intermedio tra i Paesi del Nord Europa e quelli dell’Est. Per ovviare a questo la strada è l’automazione”. Non esattamente un meccanismo di sostituzione dell’uomo attraverso le macchine, quanto un sistema che consenta di controllare al massimo possibile i processi produttivi coinvolgendo l’uomo in dinamiche più elaborate.

Questo uno dei trend di sviluppo per l’industria approfonditi nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati 2013 di ABB, dove Matteo Marini (country manager Italia, oltre che presidente Confindustria Anie), ha descritto come, in forte periodo di delocalizzazione produttiva all’estero, si possa continuare a credere nel Sistema Italia puntando su settori strategici quali smart grid, domotica e building automation; oltre a comparti non semplici in questo momento come il fotovoltaico.

A tal riguardo, abbiamo posto tre domande a Matteo Marini su presente e futuro della tecnologia energetica e dell’industria nazionale: quali frontiere può aprire nell’oil&gas la realizzazione di infrastrutture “sottomarine” per l’alimentazione delle piattaforme di estrazione? Si può ancora credere nel mercato tecnologico del fotovoltaico alla luce del difficile momento congiunturale che il settore sta attraversando in Italia, particolarmente dal punto di vista delle regole? Alla luce del costo del lavoro e del caro energia, come riuscire a non delocalizzare le produzioni all’estero e, inoltre, quale strada per le Pmi?

 

 

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.