Rifiuti radioattivi on line l’inventario ISIN

Cresce il volume dei rifiuti radioattivi detenuti in Italia di 60,9 m3 rispetto al 2020. Il totale, al 31 dicembre 2021 è di 31.812,5 m3, mentre l’attività totale dei rifiuti radioattivi detenuti in Italia è pari a 2.785.393,9 GBq, con una diminuzione, rispetto al 2020, di 43.541,16 GBq.

E’ quanto emerge dall’ultimo “Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi” dell’ISIN. Il 99% del combustibile irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia: è stato inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato sottoposto a riprocessamento. I rifiuti radioattivi generati faranno rientro in Italia.

In termini di radioattività, la regione che figura al primo posto è il Piemonte (2.023.654 GBq, pari al 72,65% del totale nazionale), seguito da Campania (353.868 GBq, pari al 12,70% del totale), Basilicata (243.578 GBq, l’8,74% del totale), Lombardia (98.396 GBq, 3,53%), Lazio (57.758 GBq, 2,07%) Toscana (7.007 GBq, 0,25%), Emilia Romagna (1.125 GBq, 0,04%) e Puglia (8 GBq).

In calo l’attività di sorgenti dismesse (-37.997,5 GBq rispetto al 2020, per un totale di 837.788,2 GBq) e combustibile irraggiato (-863,2 TBq rispetto al 2020, per un totale di 33.280,3 TBq): questa variazione è dovuta al fenomeno fisico del decadimento dell’attività di tali rifiuti.

La variazione, in negativo, in Lombardia (da 6.167 m3 a 6.110 m3, -57 m3) è determinata dal bilancio tra nuovi rifiuti prodotti e trattamento di riduzione di volume su quelli già presenti lo scorso anno; nel caso dell’Emilia Romagna, la sostanziale diminuzione dei rifiuti (da 2.837 m3 a 1.880 m3, – 957 m3) è dovuta al completamento del trasferimento in Slovacchia delle resine della Centrale di Caorso per il loro condizionamento mediante incenerimento. Il volume di rifiuti presso la Centrale di Caorso è infatti passato da 1.816,52 m3 (dato del 2020) a 1.201,01 m3 al 31 dicembre 2021 (-615,51 m3).

L’invio di materiali metallici radioattivi dalla Centrale di Garigliano all’estero, per il loro trattamento mediante fusione, è all’origine della diminuzione di rifiuti radioattivi detenuti in Campania (da 2.905 m3 a 2.490 m3, -415 m3).

Attività di smantellamento e bonifica, invece, all’origine dell’aumento di rifiuti radioattivi presenti nella Centrale di Latina (2.389,88 m3, +540,88 m3 rispetto al 2020). Ed è proprio il Lazio a confermarsi la regione con il volume maggiore di rifiuti radioattivi detenuti: con 10.026 m3, detiene il 31,52% del totale nazionale.

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