Italia
Il minsitro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in foto d’archivio di Canale Energia.

“L’aumento del costo dell’energia rischia di avere un costo totale l’anno prossimo superiore all’intero pacchetto del Pnrr. Quindi non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto”, sono le parole del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenuto a Genova alla terza tappa di “Italia domani: dialoghi sul piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Sostenibilità ambientale e sociale devono coesistere

Il ministro ha continuato affermando che: “Abbiamo una serie di obiettivi macroscopici: dobbiamo diventare leader in Europa nella sostenibilità. La transizione deve però essere equa. Bisogna mettere sullo stesso piano la sostenibilità ambientale e quella sociale, è ovvio che tutta questa partita della transizione ecologica si gioca sui tempi e qualunque misura troppo rapida rischia di creare grossi problemi alla società, ai lavoratori, alle classi più vulnerabili e alle piccole e medie imprese”.

Bisogna mantenere gli impegni presi ed evitare le ideologie

Come riportato dal Secolo XIX, i progetti previsti dal Pnrr “non si fanno in due o tre anni”, ha ricordato Cingolani. “Prendiamo l’energia solare, che ha bisogno di una rete intelligente, in grado di smistare l’energia prodotta dove serve. Per questo progetto abbiamo quattro miliardi. Bisogna fare velocemente, mantenere gli impegni: abbiamo detto che da quest’anno moltiplicheremo per dieci gli investimenti. Con le riforme normative che abbiamo fatto, la Valutazione di impatto ambientale dovrebbe durare 300 giorni contro i 1200 di oggi. Infatti nelle ultime aste, e non siamo ancora a pieno, abbiamo già installato 1,8 gigawatt di energia rinnovabile, lo scorso anno erano 0,2. Questo perché le Via sono più veloci. Ma quello che serve, è che il mondo avanzato, Italia compresa, trovi le idee per evitare di andare al 2050 con due gradi centigradi in più, perché sarebbe un disastro. Dobbiamo mettercela tutta, ma le ricette sono complesse. Il nostro peggior nemico è l’ideologizzazione di questa situazione. Anche l’economia circolare è transizione: oggi dobbiamo riciclare il litio delle batterie, ma poi dovremo trovare il modo per evitare il litio nelle batterie”.

Una transizione equa che risente delle scelte passate

Cingolani non ha omesso di ricordare che i costi attuali dell’elettricità risentono anche degli errori delle scelte compiute dal nostro Paese sull’energy mix e che bisogna lavorare in tempo reale su tutto quello che si può fare.

Il nucleare di quarta generazione va studiato

Sul nucleare di quarta generazione, rispondendo al direttore del Secolo XIX, Cingolani ha affermato di non essere un appassionato, ma che è una tecnologia che deve essere studiata. “La tassonomia europea è un documento finanziario che pianifica gli investimenti e privilegia quelli su fonti di energia che non emettono CO2. Lo dico da fisico, il nucleare non emette anidride carbonica, non è colpa mia. L’aspetto specifico è che non emette CO2. Siccome in futuro dovremo valutare un energy mix, e si affaccia all’orizzonte il nucleare di quarta generazione, oggi si sta cercando di capire, a livello di ricerca, se le tecnologie oggi usate per la propulsione navale possono essere prodotte su larga scala, con centrali in grado di produrre 300 megawatt. Dal punto di vista della tassonomia è peggio il tema del gas, che produce più CO2. Ma se ad esempio un Paese produce energia tutta dal carbone, se passa al gas ha decarbonizzato. È il caso della Germania. E allora perché non vogliamo vedere se il nucleare di quarta generazione possa funzionare nel mix energetico? Io non sono appassionato di nucleare, ma perché non studiarlo?”.

Il ministro ha inoltre affermato di promuovere l’eolico offshore in quanto concilia la distanza dell’impatto visivo delle pale con una tecnologia efficiente.

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