Una settimana dedicata alla energia della Terra

GeotermiaaUn futuro migliore conoscendo il proprio patrimonio ambientale e le proprietà della geologia terrestre, questo lo scopo della “Settimana del Pianeta Terra. L’Italia alla scoperta delle Geoscienze – Una società più informata è una società più coinvolta”, serie di eventi lungo tutto lo Stivale che avranno luogo dal 18 al 25 ottobre 2015. Alcune iniziative sono specificatamente legate all’energia che viene dalla terra, la Geotermia. E’ il caso di Anglona in Sardegna. Sulle specifiche del territorio abbiamo chiesto a Dr. Geol. Stefano Cuccuru, PhD Università di Sassari Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio che si occupa dell’iniziativa di farci un quadro sulle potenzialità geotermiche del territorio.

Geotermia in Anglona

La Sardegna presenta un flusso termico mediamente più elevato rispetto ad altre regioni italiane. Alcune aree, in particolare, mostrano valori del flusso significativamente elevati, con manifestazioni geotermali (Campidano, Valle del Tirso, Anglona e Logudoro) connesse a faglie di rilevanza regionale. Queste faglie costituiscono vie preferenziali per circuiti idrotermali che si sviluppano all’interno del basamento paleozoico e, in minor misura, nelle coperture vulcaniche e sedimentarie meso-cenozoiche. I dati esistenti consentono, comunque, di ipotizzare che i fluidi coinvolti in tali manifestazioni termali derivino da acque meteoriche, infiltrate in sistemi fragili profondi impostati lungo i bordi delle principali depressioni tettoniche cenozoiche, o lungo i sistemi di faglie trascorrenti di età Oligo-Aquitaniana. Sono questi sistemi di faglie crostali che consentono alle acque di provenienza meteorica, infiltrate a profondità di alcuni chilometri, la rapida risalita verso la superficie con il loro contenuto di calore ancora non dissipato. Le aree ad elevato flusso termico della Sardegna, con le loro manifestazioni termo-minerali, comunque, differiscono da quelli dell’Italia centrale. Infatti i cicli magmatici che hanno interessato la Sardegna nel Terziario e del Quaternario sono definitivamente estinti per cui la presenza di sorgenti magmatiche poco profonde sub-attuali, analoghe a quelle toscane, può essere esclusa. Potrebbe invece essere verificata un’eventuale similitudine con i sistemi geotermici del graben del Reno. L’Anglona, una delle aree interessate da manifestazioni geotermiche, è una regione della Sardegna settentrionale delimitata ad est dal fiume Coghinas, a sud dai rilievi del M.te Sassu e a ovest dal fiume Silis.

In tale regione sono presenti diverse evidenze di anomalie termiche positive con un massimo tra Viddalba e Santa Maria Coghinas. L’area è caratterizzata dal contatto tettonico tra rocce del complesso magmatico-metamorfico paleozoico e rocce del complesso vulcanico-sedimentario miocenico, e dalla convergenza tra faglie trascorrenti e faglie che delimitano bacini estensionali aquitaniano-burdigaliani. Questo sito include la manifestazione a più alta termalità di tutta la Sardegna (75 °c), che presenta un chimismo costante su un arco di tempo superiore a 125 anni, con pH circa neutro, salinità prossima a 5 g/l, composizione Na-Ca-Cl ed emanazioni gassose a N2 con apprezzabili tenori di radon e elio. Ma è tutta questa regione ad essere interessata da manifestazioni ipo- e mesotermali, come evidenziato da un recente censimento delle caratteristiche chimico-fisiche di pozzi e sorgenti per usi civici e agricoli in varie località dell’Anglona interna (nei dintorni di Perfugas ) e costiera (bassa valle del Coghinas). La presenza di queste manifestazioni termali può rappresentare una interessante risorsa.Infatti il calore della terra, oltre a non inquinare, è veicolato dall’acqua ed è quindi utilizzabile per scopi terapeutici e ricreativi e può fornire energia, in maniera diretta (teleriscaldamento, agricoltura ecc.), o indiretta (produzione di elettricità).

Quest’energia – inesauribile alla scala della storia umana – viene utilizzata in tutto il mondo, dal Kenia all’Islanda, consentendo grandi vantaggi economici per le popolazioni e, sopratutto, contribuendo a limitare l’emissione di gas serra e di particolato prodotti dalla combustione di fonti fossili e biomasse.

 

Vedi l’intervista agli organizzatori della settimana del Pianeta Terra su e7

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