spedizione al polo sud

Una spedizione al Polo Sud  che per la prima volta ha sfruttato esclusivamente fonti di energia rinnovabile. E’ il progetto, completato lo scorso 15 gennaio, che ha avuto come protagonisti il noto esploratore polare britannico Robert Swan, suo figlio Barney e il CMO di Commvault, Chris Powell. Un modo per mostrare le potenzialità delle Fer e favorirne la diffusione. 

Abbiamo approfondito alcuni aspetti legati all’iniziativa con Vincenzo Costantino, Director, EMEA South Technical Services di Commvault

Com’è nata quest’iniziativa e come siete stati coinvolti?

La spedizione South Pole Energy Challenge (SPEC) nasce dall’esperienza e dalla passione di Robert Swan, esploratore britannico di lungo corso, che da tempo ormai si impegna per sensibilizzare le coscienze individuali e le aziende nel rispetto e della salvaguardia dell’ambiente. Tramite la sua fondazione 2041, Robert Swan si è posto l’obiettivo di ispirare governi, educatori, imprese, investitori e singoli individui a intraprendere azioni concrete e misurabili per cambiare il loro modo di pensare, legiferare e utilizzare l’energia. L’obiettivo specifico della spedizione South Pole Energy Challenge (SPEC) è stato quello di confermare le ambizioni dell’Accordo di Parigi delle Nazioni Unite 2016 volto a mantenere le temperature globali inferiori ai 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali.

Commvault è stata coinvolta come partner tecnologico, assieme a realtà leader nei rispettivi mercati. Il nostro compito è stato quello di supportare la spedizione dal punto di vista tecnico, fornendo soluzioni ed expertise di elevato livello, ma anche di aiutare il team di Swan ad amplificare la visibilità dell’iniziativa.

La collaborazione ha consentito alla spedizione di avere successo, tanto che lo scorso 11 gennaio 2018, il team SPEC – guidato da Robert Swan e suo figlio Barney oltre al CMO di Commvault, Chris Powell – ha raggiunto il suo obiettivo, completando di fatto la prima spedizione al Polo Sud che si è avvalsa esclusivamente di tecnologia “pulita”.

Tipologie di soluzione adottate

Quali tipologie di tecnologie inerenti le energie rinnovabili in generale sono state adottate nell’ambito della spedizione?

La scelta è stata esplicita fin dall’inizio, ed è stata quella di utilizzare esclusivamente fonti di energia rinnovabili. Questo in perfetto allineamento con la mission della fondazione 2041 e gli obiettivi specifici della spedizione, ovvero promuovere l’utilizzo di energie “pulite” e sottolineare l’importanza di ridurre le emissioni su scala globale.

SPEC ha firmato la prima spedizione polare alimentata esclusivamente da fonti rinnovabili, comprese energia solare, eolica e biocarburanti avanzati realizzati a partite da scarti di cippato (legno) forniti da Shell. Utilizzando queste fonti rinnovabili, il team è stato in grado di alimentare i propri fornelli e di scaldarsi con temperature che sono scese fino a -40°C, nel corso del loro viaggio di 600 miglia su uno dei terreni più inospitali della terra. I biocarburanti avanzati sono stati sviluppati appositamente per questa spedizione dal Technology Centre di Shell situato a Bangalore, in India.

A supporto della spedizione, Commvault ha anche sensibilizzato i propri dipendenti a partecipare alla sfida adottando misure di risparmio energetico che, anche se minimo, possono fare la differenza. Tra le idee proposte ci sono la riduzione della luminosità degli schermi, fare le scale invece che usare l’ascensore, ridurre la durata delle docce, passare all’illuminazione LED e molte altre ancora. Non c’è un modo unico per superare le problematiche legate al cambiamento climatico, e per questo è fondamentale affrontare questa sfida in modo collaborativo, unendo le forze dei diversi soggetti in gioco – governi, imprenditori e mercato – per fornire un insieme di soluzioni energetiche più pulite, in vista di un futuro con un più basso impatto in termini di emissioni.

In particolare quali soluzioni avete fornito voi? Come queste tecnologie hanno contribuito alla buona riuscita del progetto? Che tipo di dati sono stati raccolti, come sono stati raccolti e successivamente utilizzati?

Commvault ha messo a disposizione della Fondazione 2041 la sua Commvault Data Platform, per fornire una piattafoma in grado di gestire e proteggere tutti i dati raccolti nel corso della spedizione, compresi quelli multimediali – immagini, video e file audio.

In Antartide, la spedizione ha raccolto questo tipo di dati allo scopo di mostrare gli effetti del cambiamento climatico. La nostra piattaforma ha permesso di salvarli e organizzarli, di proteggerli e di renderli sempre disponibili, nel corso della spedizione stessa ma anche in futuro. Il piano di Robert Swan è quello di presentare ora i dati raccolti nel corso della spedizione, e questi stessi dati sono salvati sul cloud Microsoft Azure e gestiti (e protetti) dalla nostra Commvault Data Platform. 

Tutti i dati ricevuti – informazioni operative, video, audio, immagini, email e report – sono stati direttamente caricati nella Commvault Data Platform sul cloud Microsoft Azure. La scelta di Microsoft è stata naturale, per la collaborazione che da tempo lega le due aziende e perché Commvault è uno dei principali fornitori di dati ad Azure. Un ulteriore vantaggio è stato dato dall’esistenza di un datacenter Azure in Sudamerica, che ha reso l’upload delle informazioni nel cloud più veloce. Una volta nel cloud, i dati sono indicizzati e protetti dalla Commvault Data Platform, mentre Commvault Edge viene usato per consentirne l’accesso ai diversi utenti.

Criticità da gestire durante la spedizione

Quali sono le criticità maggiori che avete dovuto gestire da un punto di vista tecnologico?

Uno dei problemi principali è stato dato dalla connettività, dato che in Antartide non esiste una copertura tradizionale di questo tipo. Il primo step è stato quindi gestito tramite telefoni satellitari, che inviavano dati direttamente al campo base della spedizione. I file, soprattutto quelli multimediali, venivano poi scaricati su schede dati poi inviate fisicamente dal campo base di Union Glacier fino a Punta Arenas, in Cile, dove la spedizione aveva una seconda base di appoggio.

Ci sono state anche alcune difficoltà logistiche. Il 14 dicembre la team SPEC è arrivato a metà strada con una velocità di percorrenza media di poco inferiore alle 10 miglia nautiche al giorno. Robert Swan, il leader del team, ha annunciato di dover tornare al campo base di Union Glacier per consentire alla squadra di muoversi più velocemente e raggiungere il Polo prima della chiusura della stagione e del peggioramento delle condizioni.

Robert Swan si è comunque ricongiunto alla squadra al raggiungimento dell’89° parallelo per completare le ultime 60 miglia della spedizione, lo stesso punto in cui si è unito al gruppo Chris Powell, chief marketing officer di Commvault.

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.