Nuova asta annunciata dal Ministero dell’Energia israeliano

19 i blocchi esplorativi off-shore da assegnare. Le offerte dovranno essere presentate entro il 17 giugno

PetrolioIl Mar Mediterraneo, nella porzione prospiciente le coste israeliane ed egiziane, è nuovamente al centro di un’intensa attività per l’aggiudicazione di 19 nuovi blocchi esplorativi per l’estrazione di gas. Le licenze da assegnare non potranno essere destinate all’israeliana Delek Drilling e alla statunitense Noble Energy, che già operano nei giacimenti Leviathan e Tamar, partecipando la produzione di gas israeliano per una quota superiore al 20% del totale.

Il Ministero dell’Energia di Tel Aviv ha annunciato, la scorsa settimana, l’apertura dell’asta che si chiuderà, nella fase di pre-selezione, il 28 marzo prossimo; le offerte finali dovranno essere completate entro il 17 giugno, mentre il 15 luglio si conosceranno le imprese vincitrici.

Questa appena annunciata è la seconda asta; la prima si è rivelata quasi un fallimento: di 20 blocchi proposti, solo 6 sono stati assegnati alle due uniche compagnie partecipanti. I cambiamenti nel bando di gara sono volti a rendere più vantaggiosa e fruibile l’estrazione degli idrocarburi: l’estensione dei blocchi, che sono posizionati nel settore meridionale della ZEE israeliana, si è ampliata fino a 400km2 per ognuno, si potranno presentare offerte per più blocchi nella stessa zona, i partecipanti avranno a disposizione informazioni geologiche approfondite, comprese analisi sismologiche a due e tre dimensioni, ogni singola compagnia può ottenere non più di otto licenze e queste, estese fino a sette anni, consentiranno al titolare di poter attendere fino a cinque anni per iniziare la trivellazione. Questi cambiamenti servono ad assicurare una migliore corrispondenza tra le aree di esplorazione e le strutture geologiche che potrebbero contenere.

Secondo le parole di Oded Eran, già ambasciatore in Giordania e oggi ricercatore presso l’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, questa nuova operazione potrebbe portare a una condivisione delle infrastrutture per il trasporto del gas con l’Egitto, soprattutto East Med, per favorire il pagamento del prezzo più basso per entrambi i contraenti. Il gas israeliano e quello egiziano avranno quindi aperte le rispettive linee di approvvigionamento in entrambe le direzioni: pensiamo al significato istituzionale e geopolitico che può avere un tale accordo per le relazioni tra gli attori della regione.

 

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