Efficienza, innovazione e Mediterraneo: le nuove “idee sostenibili” dell’Enea

sviluppo sostenibile“Quando si parla di efficienza esiste uno scarto tra l’importanza attribuita all’argomento e la reale attuazione di iniziative in merito. E’ quello che in letteratura viene definito ‘efficiency gap’, un vuoto che dobbiamo riuscire a colmare” ha spiegato Federico Testa, presentando la prima delle tre nuove “Idee per lo sviluppo sostenibile elaborate dal think tank di Enea (guidato dall’ex presidente dell’Autorità per l’Energia Alessandro Ortis) in collaborazione del comitato scientifico dello Smart Energy Forum di Verona di cui è Testa è il presidente.

 http://youtu.be/JI_YvxbwF4k

Nel dettaglio, la norma prevede un meccanismo premiale per le attività di progettazione e realizzazione di interventi di efficienza energetica presso imprese caratterizzate da un livello minimo di consumi: almeno 300 MWh/anno e/o 80.000 mc/anno di gas naturale prelevato dalla rete (principalmente medie imprese, grande terziario e commerciale). I risparmi dovranno essere effettivamente misurabili e avranno accesso a un credito di imposta da utilizzare in 3 anni pari complessivamente a 400 €/tep per i risparmi che superino la franchigia del 5%. Il meccanismo prevede anche un credito di imposta (200 €/tep) per venditori di energia o ESCo che promuovano interventi di efficienza presso i clienti.

“Stiamo parlando di un’iniziativa – ha proseguito Testa – potenzialmente in grado di coinvolgere fino a 100.000 imprese con un consumo di energia primaria pari al 6% circa del valore nazionale al 2010 (≈ 10 Mtep). Se aderisse al meccanismo anche solo il 10% delle imprese aventi diritto, i benefici stimati per il bilancio dello Stato supererebbero i meccanismi di un valore compreso tra i 33 e i 36 milioni di euro mentre il beneficio netto per utenti e operatori, a regime, oscillerebbe tra i 200 e i 334 milioni di euro”.
Uno dei pregi della proposta è quello di minimizzare le procedure ed evitare ogni discrezionalità della Pubblica Amministrazione, il cui ruolo si riduce ad un necessario controllo a campione ex post della corretta applicazione delle regole da parte degli utenti.

Pmi e innovazione

Si concentra sul ruolo dell’innovazione nelle Pmi, invece, la seconda proposta presentata che si pone in una prospettiva di “sviluppo non congiunturale” che integri le problematiche delle crisi economica con le “altre emergenze globali”. L’obiettivo è quello di raggiungere i target di decarbonizzazione, necessari a scongiurare le conseguenze dell’innalzamento delle temperature globali, attraverso il rilancio dell’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro.
“A differenza di quanto previsto da alcune misure attualmente in atto – ha spiegato Natale Massimo Caminiti dell’Enea – quello che si propone è un sistema di incentivazione non ‘a pioggia’ ma che privilegi alcune scelte strategiche di sviluppo basato sull’innovazione, che siano in grado di aumentare e indirizzare efficacemente le probabilità di rilancio del sistema produttivo nazionale e la creazione di nuova occupazione”.

In sintesi, la proposta si basa sull’utilizzo più efficace di risorse pubbliche già esistenti – e presenti nel bilancio di finanziamento di enti e istituti di ricerca – attraverso il riconoscimento per le imprese che avviino progetti in collaborazione con enti di ricerca pubblici di un credito di imposta pari al 50% della loro quota di cofinanziamento delle attività (fino a una soglia di 200.000 euro per non superare il regime de minimis imposto dall’Ue). “Ipotizziamo che il costo complessivo di un progetto sia pari a 300.000 €, dei quali 100.000 di attività degli enti (coperti al 100% dal finanziamento pubblico) e 200.000 di cofinanziamento dell’impresa: l’impresa godrebbe di un credito d’imposta pari a 100.000 € (50% del cofinanziamento di 200 mila €) ma avrebbe un beneficio complessivo di 200 mila € (somma delle attività dell’ente di ricerca e del credito d’imposta)”.

Questo consentirebbe di perseguire due obiettivi fondamentali: assicurare una maggiore garanzia di finanziare iniziative di alta qualità grazie al coinvolgimento degli enti di ricerca e valorizzazione il ruolo e delle funzioni di questi ultimi, permettendo anche un più efficace e orientato utilizzo delle risorse pubbliche.

Italia, Europa e Mediterraneo

Di carattere più politico, infine, la terza proposta presentata dal presidente Ortis dedicata al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile integrato per l’energia nell’area euro-mediterranea.

 http://youtu.be/AU9-Ulc2SKk

“L’idea di un’Italia ‘hub’ del Mediterraneo non è eterna – ha avvertito Ortis – e se non ci sbrighiamo a fare le infrastrutture necessarie per collegarci con le sponde del nord africa, queste verranno rese obsolete dalla concorrenza di altri progetti ad est e a ovest della penisola”.

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Giornalista specializzata nel settore energia, attualmente all'ARERA