Da Abu Dabi alla Malesia l’Italia si spinge verso Oriente

Impianti e strategie di lungo termine

AccordooNonostante il caldo torrido che investe buona parte del territorio nazionale, le attività promozionali di aziende e istituzioni italiane procedono spedite, coprendo aspetti lontani nelle manifestazioni pratiche ma unite dalla volontà di ampliare e consolidare la nostra presenza sullo scacchiere planetario. Le destinazioni sono Medio e lontano Oriente.

Vision 2030

La realizzazione di “Vision 2030” continua con il completamento del più grande complesso per la raffinazione a livello planetario previsto per il 2025. Maire Tecnimont, multinazionale operante nell’ingegneria impiantistica, settore idrocarburi, già presente da tempo a Ruwais, 240 chilometri a ovest di Dubai, ha implementato la propria presenza nel paese Mediorientale, ottenendo una rilevante commessa per i servizi di “engineering, procurement & construction” da parte della Abu Dhabi Polymer Company (Borouge) del valore di 730 milioni di dollari riguardo una nuova unità di produzione di polipropilene (PP5).

Il progetto, pur essendo svincolato dagli interventi effettuati fino al 2016 collaborando con la Samsung Korea Engineering, completerà, per il 2021, strutture già presenti per una capacità massima di produzione pari a 480.000 tonnellate l’anno.

Pianificare verso la Malesia

L’impegno globale che vede le sfide più pregnanti riguardo la diffusione dell’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia e gli accordi di libero scambio a livello commerciale, ha acquisito attualmente una proiezione mondiale. La lotta al terrorismo, ai cambiamenti climatici e alla malnutrizione si intersecano al punto da pretendere risposte congiunte.

Le consultazioni, bilaterali, svoltesi giovedì 02 scorso, alla Farnesina tra funzionari italiani e malesi hanno strutturato un dialogo profondo per una prospettiva di crescita economica, sia a livello bilaterale che nei confronti dell’UE.

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