Il contrasto al cambiamento climatico deve diventare elemento chiave nell’orientare le nostre scelte in tutto ciò che facciamo. Questo è stato solo uno dei punti sottolineati dall’inviata delle nazioni unite Mary Robinson nel corso del suo recente viaggio in Etiopia, uno dei Paesi più colpiti, insieme a tutta la zona dell’Africa Orientale, dagli effetti del di questo fenomeno.
“Tutti ora, e dico tutti devono pensare al clima nel contesto di chi sono e dove sono. E in tal senso abbiamo bisogno di avere un forte input all’educazione, fin dalle scuole elementari”, ha sottolineato Robinson, come si legge sul irishexaminer.com.
Un appello forte giustificato dai dati secondo cui ci vogliono 88 etiopi per arrivare a emettere tanta anidride carbonica quanto un irlandese. A completare il quadro drammatico della situazione il fatto che più di 10,2 milioni di persone necessitano di aiuto per quanto riguarda l’accesso al cibo, che i finanziamenti necessari per salvare vite umane si attestano a 468 milioni di euro nel breve periodo e che, a causa di fame e problematiche legate alla scarsità di cibo, circa 3 milioni di giovanissimi smettono di andare a scuola.
Si tratta di una crisi, ha sottolineato Mary Robinson, in cui “I problemi legati alle emissioni di un mondo ricco stanno punendo un mondo povero”.
“Dobbiamo renderci conto davvero che siamo all’interno di un potenziale problema esistenziale in cui le generazioni future, e quando dico questo voglio dire i bambini nati oggi, potrebbero avere problemi incredibili”, ha sottolineato l’inviato delle Nazioni Unite.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.