Biomasse e biogas, investimenti sostenibili nelle piccole taglie

biomassaAziende del settore zootecnico, agricolo, della lavorazione legno, della manutenzione boschiva e del verde pubblico o privato, imprese che trattano la sansa e i gusci di frutta. Sono svariate le realtà cui si adattano le soluzioni per la produzione energetica da impianti alimentati a biomassa o biogas. Ma con quali caratteristiche?

Ci proponiamo sul mercato del biogas con impianti di piccola taglia intorno ai 100 kW (che non vanno a registro) e delle biomasse per lo più nella taglia dei 200 kW, a misura di aziende zootecniche o agroindustriali medio piccole. Si tratta di impianti che integrano l’attività del cliente, senza cambiare la sua realtà fondamentale”; un allevatore, ad esempio, rimane tale e non vive di incentivi ed energia, “mentre con gli impianti di taglia più grande, anche per la tariffa incentivante terminata nel 2012, molti agricoltori o allevatori cercavano di mutare sostanzialmente mestiere, trasformando la destinazione dei prodotti nei loro campi; cosa difficile poi da portare avanti”.

Il mercato delle piccole taglie per la generazione di energia, rivolta particolarmente alle Pmi, pare dunque essere la migliore formula per la sostenibilità economica degli investimenti, in un periodo di crisi economica combinata al calo dei sistemi incentivanti in generale. A fare l’analisi sul settore è Ugo di Dio, responsabile divisione Bioenergie Convert Italia. Azienda presente a Rimini nel corso della manifestazione Econondo Key Energy: “Rispetto allo scorso anno – spiega di Dio – ci sono meno persone ma più concrete, preparate e desiderose di andare alla sostanza delle questioni”.

Dello stesso avviso Oliviero Armezzani, vice presidente esecutivo di Convert Italia: “Noi veniamo dalle grandi manifestazione del fotovoltaico che negli anni d’oro erano eccezionali. Qui c’è comunque molto fermento. Siamo un’azienda tecnologica che opera su più mercati delle rinnovabili e in molti Paesi (India, Europa, Asia) oltre a essere una Esco. Nella realizzazione degli impianti siamo system integrator e combiniamo nel modo migliore componenti presenti sul mercato”.

I sistemi di incentivazione, dal canto loro, “devono solo stimolare la competitività – prosegue Armezzani – e non un singolo intervento in sé. Noi, ad esempio, operiamo in Sud Africa dove occorre avere un local content obbligatorio per qualunque progetto che vuole accedere a incentivi e si viene valutati anche sulla capacità di valorizzare le risorse locali. Assistiamo invece a una contrazione degli incentivi in Italia, basti pensare al fotovoltaico, con la conseguente sparizione di tantissime aziende che erano nate solo sulla base dell’aiuto dato dall’incentivo. Questi sistemi avrebbero dovuto consolidare e aiutare la capacità di stare su un mercato, per poi vivere senza aiuti”.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.