Accesso all’energia: è “tempo di Africa”

AfricasubAumentare l’accesso alle forme moderne di energia è lo snodo cruciale per permettere all’Africa sud-sahariana di sbloccare lo sviluppo economico e sociale nella maniera più veloce possibile.

Questo è quanto è stato reso noto nella relazione Africa Energy Outlook, all’interno del rapporto World Energy Outlook del 2014, stilato dall’agenzia internazionale per l’Energia (Iea).

“Un miglior funzionamento del settore energetico – ha spiegato Maria van der Hoeven, direttore esecutivo Iea – è vitale per assicurare che i cittadini dell’Africa sub-sahariana possano soddisfare le loro aspirazioni. Il settore energetico agisce come un freno allo sviluppo, ma questo può essere superato e i benefici del successo sono enormi”.

Più di 620 milioni di persone nella regione (i due terzi della popolazione) – secondo il rapporto – vivono senza elettricità, e quasi 730 milioni di persone si affidano a pericolose forme inefficienti di cottura. L’uso di biomassa solida (principalmente legna da ardere e carbone) supera quella di tutti gli altri combustibili combinati e il consumo medio di elettricità pro capite non è sufficiente per alimentare in maniera costante una singola lampadina da 50 W.

La relazione, inoltre, rileva che: “investimenti nell’approvvigionamento energetico nell’area sub-sahariana sono in crescita”, ma anche che “i due terzi del totale dal 2000 sono stati finalizzati a sviluppare risorse per l’esportazione. […] l’insufficiente e inaffidabile alimentazione ha portato ad essere proprietari su larga scala di costosi generatori di back-up. Nello scenario centrale del rapporto, l’economia sub-sahariana quadruplica in dimensioni entro il 2040, la popolazione quasi raddoppia (a oltre 1,75 miliardi) e la domanda di energia cresce di circa il 80%. Capacità di generazione di potenza quadruplica anche: le rinnovabili crescono fortemente per tenere conto di quasi il 45% della capacità totale sub-sahariana, che variano in dimensioni da grandi dighe idroelettriche di piccola mini e off-grid soluzioni, mentre vi è un maggiore utilizzo del gas naturale”.

Dall’analisi completa dell’Agenzia, sull’ Africa sud–sahariana rileva che, le risorse energetiche della regione sono più che sufficienti a soddisfare le esigenze della popolazione, ma che si sono sviluppate per la maggior parte non sono sviluppate. L’area ha rappresentato quasi il 30% delle scoperte delle scoperte di petrolio e gas mondiali realizzati nel corso degli ultimi cinque anni ed già sede di enormi risorse energetiche rinnovabili tra cui, quella solare con un enorme potenzialità anche per quanto riguarda l’idroelettrico, l’eolico ed il geotermico. Inoltre, la produzione di gas naturale raggiungerà 230 miliardi di metri cubi nel 2040, e la produzione di petroli supererà i 6 milioni di barili al giorno eper scendere a 5,3 nel 2040. “la  delle scoperte di petrolio e gas mondiali realizzati nel corso degli ultimi cinque anni”.

“Lo sviluppo economico e sociale in Africa sub-sahariana – ha spiegato Fatih Birol, capo economista Iea – si fonda sulla fissazione del settore energetico. La ricompensa può essere enorme; con ogni dollaro aggiuntivo investito nel settore energetico si può stimolare l’economia globale di 15 dollari”.

Il rapporto Iea dimostra che tre azioni potrebbero rilanciare l’economia sub-sahariana di un ulteriore 30% nel 2040, e fornire valore di un decennio in più di crescita del reddito pro-capite da 2040 Queste azioni sono:

· Un ulteriore 450 miliardi dollari in investimenti del settore energia, riducendo interruzioni di corrente della metà e ottenendo l’accesso universale di energia elettrica nelle aree urbane.

· Deeper la cooperazione e l’integrazione regionale, facilitando nuovi progetti di produzione su larga scala e di trasmissione e consentendo una ulteriore espansione nel commercio transfrontaliero.

· Una migliore gestione delle risorse e dei ricavi di energia, adottando processi robusti e trasparenti che consentano un uso più efficace delle entrate petrolifere e del gas.

Queste azioni, oltre a promuovere la crescita economica, porteranno elettricità a 230 milioni di persone entro il 2040 portando una maggiore entrata nelle casse pubbliche con un conseguente reinvestimento nelle infrastrutture chiave.

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