studio glpIl successo del trasferimento tecnologico si riflette nei risultati concreti registrati dall’Università di Udine e dallo studio GLP, anch’esso di Udine, partner nell’ambito della proprietà intellettuale. Dei 52 brevetti che l’Ateneo ha depositato insieme allo studio, informa con una nota GLP, 13 (un quarto) hanno avuto uno sfruttamento economico.

I 100 brevetti depositati

Risale al 1996 il primo brevetto depositato, riguardante un metodo per l’identificazione puntuale del batterio della listeriosi, e al 2017 l’ultimo, l’uovo vegano, il numero 100.

La capacità di promuovere l’innovazione nell’Università di Udine, spiega GLP, si è evoluta nella convinzione che non sia sufficiente esprimere un’idea innovativa, ma che sia necessario creare valore aggiunto attraverso la sua tutela. Inoltre, ”parlare di innovazione non è solamente stimolare le idee e la ricerca – ha commentato Davide Petraz, Managing Partner di GLPma fare in modo che queste possano essere elemento di traino per uno sviluppo”.

Solamente 5 brevetti, prosegue la nota, sono stati abbandonati prima di giungere a concessione, mentre dei 13 depositati 11 sono stati sfruttati attraverso contratti di licenza e 2 di cessione. I titoli ancora attivi sono 15. 9 i brevetti disponibili per le licenze, tra cui: un innovativo impianto di condizionamento, apparecchiature di controllo termico, un prodotto in grado di eliminare i cattivi odori dei rifiuti, uno per migliorare il processo di compostaggio e l’uovo vegano.

L’incidenza delle invenzioni alimentari

A livello mondiale l’Italia rientra nella top ten delle invenzioni alimentari. Il già citato uovo vegano, continua Petraz in nota, “è il risultato di una particolare intuizione in un ambito decisamente in crescita”. Difatti, quello del vegan è un mercato in rapida affermazione: una ricerca Euromonitor International ha rilevato, solo guardando al mercato cinese e americano, una crescita a doppia cifra entro il 2020.

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