Viaggio intorno al mondo in elettrico. Record per l’Italia

FinegiroHanno stabilito un record mondiale. Carolina e Federico Bianchi (rispettivamente addetta stampa e pilota) del team italiano di 80edays hanno percorso 28.749 km con una macchina elettrica, la Tesla S.

Partiti il 10 giugno da Vienna, la squadra italiana (all’inizio c’era anche Gianluca Baronchelli, rientrato in Italia per ragioni di lavoro), assieme ad altri 11 team, ha raccolto la sfida del viaggio intorno al mondo in 80 giorni (che per Carolina e Federico sono stati 69) in elettrico.

Partner del team: Ascotrade, Europ Assistance, Think Pink, TIM, NRGkick, Remor, ImmagicGroup, DegnFilm, LeStoff.

Tante le difficoltà incontrate nel percorso, a cominciare dai problemi di Madrid: con 574 km alle spalle, al momento della ricarica le colonnine si sono rivelate in avaria o inesistenti rispetto a quanto segnalato sulle mappe di riferimento. In questa occasione il team è stato costretto a pernottare in hotel 8 ore, dovendo poi recuperare il ritardo nella notte. Nel vecchio continente il viaggio è stato lungo 1.300 km ed è stato scandito dalle continue difficoltà dettate, appunto, dalla carenza dell’infrastruttura di ricarica.

Deserto GobiIl 19 giugno le vetture hanno lasciato l’Aeroporto di Lisbona e sono sbarcate oltre l’Atlantico, ad Halifax nel Canada orientale. Da qui gli 11 team sono ripartiti con destinazione Boston, Massachusetts, e cinque di loro, per riuscire a proseguire il viaggio, hanno dovuto sostare in un campeggio a Hampton nel New Hampshire e ricaricarsi con un allaccio di emergenza alla spina di una lavatrice.

Dopo aver percorso altri 1.030 km, il team taliano ha potuto ammirare le bellezze paesaggistiche in Colorado, Nuovo Messico, Arizona, Nevada e California con… qualche brivido. Il 29 giugno la giornata è stata scandita dalla paura: durante un momento di sosta dovuto al guasto dell’aria condizionata, Carolina e Federico sono stati intimoriti da un autista armato di pistola e hanno dovuto abbandonare il luogo di ristoro. In più, poco dopo, a 100 km da Denver, un allarme di emergenza sui cellulari li avverte dell’arrivo di un tornado. 45 minuti di fermo.

Il 10 luglio, con 8.765 km accumulati negli USA, la partenza per la Cina e due giorni di ritardo per il cambio last minute della compagnia addetta al trasporto delle macchine a Guangzhou. Qui l’attesa per ricevere il permesso per il transito delle autovetture dura sette giorni e il 19 luglio ha inizio la tappa asiatica del giro. Un’altra avventura li segna nel Deserto del Gobi: il cavo dell’elettricità prende fuoco, bloccando la ricarica delle macchine e ritardando la partenza verso Jinghe.

Il giro del mondo in 80 giorni si rivela un’avventura contro il tempo e una lotta per la “sopravvivenza”: Carolina e Francesco viaggiano in modalità cruise control tra i 60 e i 100 km/h anche su autostrade per evitare di dover ricaricare spesso la batteria.

Arrivo in CinaDalla Cina al Kazakistan il team arriva in Russia, con altri 2.967 km alle spalle. Da qui il ritorno a Vienna il 17 agosto, 69 giorni dopo il via della competizione, e gli ultimi km percorsi a Riga, Vilnius, Wroclaw.

Le strade peggiori si sono presentate senz’altro in Kazakistan“, ha dichiarato a Canale Energia Carolina Bianchi. Inoltre, “moltissime colonnine segnate sulle mappe non hanno funzionato o non esistevano nemmeno“. In più, “le nostre auto europee si caricano abbastanza facilmente in modalità trifase, mentre negli USA esiste solamente la monofase. Quindi si andava alla ricerca di attacchi con maggiori Ampere, come nei campeggi per i VAN, le lavatrici delle case, etc – prosegue Carolina – In Europa centrale, tranne che in Sud Italia, esistono ogni 200 km i cosiddetti “superchargers” della Tesla, dove solamente le Tesla S possono fare rifornimento. Per una ricarica completa ci vogliono 50 minuti, con corrente di 380v si impiega 4,5 ore, mentre sul 220v si impiegano 36 ore. La nostra Tesla riesce a fare circa 450km andando a 85 km/h, mentre a 130km/h circa 300 km“.

Tutte le auto si sono mostrate “restitenti”, quella italiana in particolare non ha subito danni e non ha dovuto ricorrere alle officine dislocate lungo il percorso. “Le batterie hanno tenuto. Abbiamo avuto un grosso problema negli USA con l’aria condizionata (poi risolto)“. Lo stesso non si può dire per gli altri team: una delle due squadre che rappresenta la Svizzera è rimasta bloccata dieci giorni per problemi al motore elettrico, l’altra è stata coinvolta in un incidente in Cina. Il team ceco ha rotto due volte l’avantreno nelle buche del Kazakistan e il team cinese ha rovinato tre ruote assieme ai cerchioni.

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