Tetti puliti a Roma, il progetto in pole position

SanpietroAgnesePartirà a breve il progetto Tetti puliti per liberare tetti e facciate degli edifici di Roma dall’esubero di antenne e parabole. Nonostante la deliberazione n. 95 del 14 maggio 2003 del Consiglio Comunale, che ha approvato l’installazione di una sola antenna collettiva, ad oggi solo il 10% circa dei condomini ha centralizzato il proprio impianto. In altre parole, la delibera “è stata completamente disattesa”.

A Parlare è Paolo Marongiu, Responsabile Costruzioni impianti CNA Roma che con Canale Energia ripercorre la nascita e l’evoluzione del progetto.

Ad oggi Roma conta oltre 1,3 milioni di antenne sui tetti – di cui il 50% inutilizzato – e 400 mila parabole sui balconi – di cui una buona percentuale in disuso – nonostante ne sia vietata l’installazione. “È emersa l’insufficienza dell’obbligo di centralizzare l’antenna”, commenta Marongiu. E per supplire all’inosservanza delle norme “abbiamo pensato ad un incentivo: nessuna amministrazione si può permettere di approvare un contributo a fondo perduto per la centralizzazione dell’antenna e, visto il problema congiunto della mancanza di decoro provocato dalla presenza di antenne e parabole e dalla scarsa manutenzione degli edifici, abbiamo pensato di abbattere la tassa per chi usa un ponteggio per l’occupazione del suolo pubblico”.

A Roma, infatti, il 50-60% degli immobili è stato costruito negli anni Settanta e il 20% versa in stato mediocre o pessimo: l’uso del ponteggio per rimettere in stato le facciate di queste strutture prevede una tassa per l’occupazione del suolo pubblico. L’abbattimento di questo costo, che dipende dalla localizzazione del cantiere (in centro Città si paga di più), dalla superficie occupata e dalla durata dei lavori, può generare un risparmio fino al 20% del totale.

Lanciato in Campidoglio il 1° dicembre 2014, Tetti Puliti vuole raggiungere congiuntamente due obiettivi: il recupero dello skyline di monumenti e palazzi della Capitale e il decoro delle facciate dei condomini, spesso pericolanti. Approvato nel luglio 2015 dall’Assemblea Capitolina, il regolamento attuativo che permetterà la concreta attuazione della delibera Tetti Puliti ha ricevuto anche il consenso della Giunta Capitolina nell’ottobre dello stesso anno.

Ma a questo punto è sorta un’incongruenza: se la delibera assembleare prevedeva la detassazione “a chi contestualmente ribatteva la facciata e centralizzava antenna oppure a chi promuoveva interventi per la riqualificazione energetica dell’edificio”, quella di giunta eliminava l’ “aut aut” e introduceva l’”et”. Questo errore ha bloccato il procedimento, perché rischiava di creare disomogeneità d’applicazione tra i diversi municipi.

Dopo la richiesta di chiarimenti inviata al Commissario Tronca, il 15 febbraio si è svolto un incontro in Campidoglio per evidenziare la problematica. Pochi giorni fa è stata trasmessa la circolare di chiarimento da parte del Dipartimento per l’attuazione della delibera che ha deciso per “l’aut aut”. Del resto, “se la richiesta avesse riguardato tre interventi i costi non sarebbero stati compensati”.

La centralizzazione dell’antenna e l’installazione di un impianto multi servizio (obbligatorio per legge per edifici costruiti dopo il 1° luglio 2015 o sui quali, a decorrere dalla stessa data, viene effettuato un intervento di ristrutturazione importante) determina dei vantaggi: “Cresce il valore dell’immobile e si ha la possibilità di ricevere segnale dati e fonia, inoltre di avere applicazioni importanti per la domotica, la videosorveglianza o la videofonia”. In questo modo si realizza un’infrastruttura verticale “che offre ai condomini possibilità di maggiori comfort e sicurezza e connettività. In gergo diciamo che si passa dal metro quadrato stupido al mercato quadro intelligente”.

All’amministratore, dunque, l’arduo compito di convincere l’assemblea condominiale…

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