economia circolare
Da dx: Matteo Biffoni, sindaco di Prato; Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente; Antonio Decaro, sindaco di Bari; Marco Granelli, Assessore all’Ambiente di Milano

Promuovere iniziative che siano replicabili sulle tematiche di: design dei prodotti e servizi, modelli di approvvigionamento delle materie prime, estensione della vita utile dei prodotti e modelli di riuso, modelli di consumo sostenibili e attività di sharing economy, riciclo di risorse e rifiuti.

È l’obiettivo al centro della firma, ieri, del protocollo di intesa “Città per la circolarità” siglato tra il Ministero dell’Ambiente e le città di Milano, Prato e Bari.

Le città pilota della circolarità

“Le città possono essere il motore fondamentale della transizione verso l’economia circolare con importanti ricadute di sviluppo, anche economico, per le comunità locali”, ha commentato in sede d’evento il capo di dicastero Gian Luca Galletti.

Stimolando l’adozione di processi eco-innovativi tra le fila delle piccole e medie imprese italiane si prevede di spingere anche la creatività e “l’innovazione del sistema imprenditoriale in funzione della valorizzazione economica del riuso di materia: il materiale non diventa mai rifiuto”. Punto focale per “tante città del Sud, che si approcciano con evidente ritardo ai sistemi di raccolta differenziata”, ha rimarcato il sindaco di Bari Antonio Decaro, per poter risparmiare sui costi di smaltimento e aprire scenari “sulle tante possibili attività legate al riciclo dei rifiuti”.

La città di Prato, invece, non è nuova al tema della circolarità: “Il riuso è stato alla base dello sviluppo del distretto tessile con la creazione della lana cardata, la prima filatura riciclata”, ha commentato il sindaco Matteo Biffoni. Distrettto all’avanguardia già negli anni ’80 grazie al sistema centralizzato di depurazione delle acque di scarico civili e industriali, frutto di investimenti pubblico-privati.

Anche Milano dal canto suo raccoglie i frutti di un impegno di lungo corso “con risultati di eccellenza mondiale, 54% oggi, e obiettivi ambiziosi per i prossimi anni: 70% nel 2025 e 75% nel 2030”, ha evidenziato Marco Granelli, Assessore all’Ambiente del capoluogo lombardo.

La strategia italiana per l’economia circolare

Grazie alle esperienze maturate sul tema, Milano, Prato e Bari possono facilitare la replicabilità delle nuove iniziative difendendone le caratteristiche peculiari: modello, modularità, trasferibilità e scalabilità. E il Ministero dell’Ambiente, da parte sua, contribuisce a concretizzare gli impegni previsti dal Documento di inquadramento e posizionamento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”, presentato a novembre e frutto di una consultazione pubblica di 18 mesi.

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