È tempo di bilanci per la RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, promossa dalla CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, partita nel 2015 con l’obiettivo di condividere le migliori esperienze tra grandi e piccole università su: mobilità, rifiuti, cambiamenti climatici, educazione ed energia. A fine giugno nel corso dell’Assemblea Generale svoltasi a Bari sono stati eletti e confermati i responsabili dei 5 Tavoli di lavoro della Rete, unica nel suo genere in Europa, ed è stata individuata la nuova segreteria organizzativa (che presto riveleremo) per continuare a diffondere il “virus” delle buone pratiche.
Canale Energia ha intervistato i responsabili di 3 dei Tavoli di lavoro.

Rifiuti: serve un Waste manager e la normativa

Negli enti pubblici manca la figura del Waste Manager, che si potrebbe definire la persona deputata alla gestione dei rifiuti, al pari del Mobility e dell’Energy Manager, invece istituzionalmente riconosciuti. E non esiste una classificazione generale delle tipologie di scarti prodotti negli enti universitari e di ricerca. Ne ha piena coscienza Daria Prandstraller, Responsabile del Nucleo Tecnico Rifiuti dell’Università di Bologna e co-Coordinatrice del Tavolo rifiuti della RUS, assieme a Eleonora Perotto del Politecnico di Milano. Anche lei ha partecipato all’Assemblea generale di Bari: “I lavori crescono lentamente, l’argomento è estremamente eterogeneo”, commenta. Eppure un gruppo di confronto era partito anzitempo per affrontare i problemi vissuti quotidianamente dagli addetti ai lavori “dettati dall’inadeguatezza normativa”. Nel 2015, con la partenza della Rete, “vi sono confluiti docenti che si occupano di ricerca nel settore rifiuti” per avere maggiore forza.

Le Università producono tanti rifiuti speciali, pericolosi e non, prosegue la Prandstraller, ed è complicato caratterizzare gli scarti o definirne la composizione chimica. Ciò per due motivi principali: “È difficile adattare la normativa al comparto dell’Università e della Ricerca. In più c’è una contraddizione in termini: la ricerca scientifica è al limite del sapere umano, non si può sapere nel dettaglio anzitempo cosa si otterrà e questo complica molto la classificazione del rifiuto richiesta dalla normativa”. Non manca il fattore sburocratizzazione: non è “concepibile che un qualsiasi referente di una pubblica amministrazione, ad esempio un Preside d’Istituto scolastico, abbia difficoltà a smaltire correttamente un computer”. Per questo l’intenzione è di avviare un dialogo con il Ministro dell’Ambiente così da “individuare insieme le soluzioni più adeguate”.

Il Tavolo rifiuti, data l’eterogeneità del tema, è diviso in sottogruppi: c’è quello tecnico-normativo con Nicola Cassanelli del Politecnico di Torino e Leonarda Troiano dell’Università di Modena e Reggio che sta lavorando a report schematici per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti universitari. Questi report costituiranno dalle proposte da presentare al Capo di Dicastero sotto il coordinamento delle due referenti del Tavolo Rifiuti. C’è poi quello coordinato da Laura Badalucco dello IUAV di Venezia che si occupa di mappare le buone pratiche su prevenzione ed economia circolare, già un uso o in progettazione negli atenei RUS, e fornirà un feedback su risultati ottenuti e criticità rilevate.

Entro novembre saranno presentati i risultati di una prima ricognizione sullo stato dei rifiuti con l’intento di individuare le criticità e proporre una strada per omogeneizzare la gestione degli scarti negli Atenei anche nell’ottica di dialogare col territorio. Un report condotto su 29 atenei dei 47 che fanno parte del Tavolo di lavoro il quale, somministrato alle strutture che si occupano di gestione dei rifiuti negli Atenei, ha registrato un tasso di risposta del 50%. Primo grande problema la raccolta del dato: “C’è una gestione sparpagliata tra gli uffici, che ad esempio può essere quello sostenibilità o quello della sicurezza sul lavoro o quello che si occupa dei contratti d’appalto”. 9 gli argomenti del questionario per un totale di 72 domande riguardanti: la policy, la gestione dei rifiuti in Ateneo; i bandi e i contratti per l’affidamento del servizio; il rapporto con la municipalizzata che si occupa del recupero; la comunicazione. A Ecomondo, il 6 Novembre, il Tavolo rifiuti RUS organizzerà una tavola rotonda “La gestione dei rifiuti nelle Università: verso un modello di economia circolare” coinvolgendo studi legali e portatori di interesse, ci anticipa la Prandstraller, per cominciare ad avviare un dialogo che riguarderà anche l’economia circolare”.

Più incentivi per l’intermodalità

Il Mobility Manager dell’Università Roma Tre Stefania Angelelli è stata rieletta all’unanimità Coordinatrice del Tavolo Mobilità della RUS, confermato anche il Vice Matteo Colleoni. “Vogliamo replicare su Roma due buoni esempi provenienti dalla Sicilia, Catania in particolare”, ci spiega. Un’app di car pooling che consente di raggiungere sedi universitarie in taxi ripartendo la spesa tra i viaggiatori. E la gratuità per gli studenti universitari dell’abbonamento ai mezzi pubblici: “A Roma vogliamo che la tessera Metrebus sia gratuita grazie alla collaborazione tra Comune, Atac, Università e Laziodisu”, prosegue la Angelelli, “sono anni che ne discutiamo ma non riusciamo ad avere la scontistica”. Se da un lato “Atac non può più garantire lo sconto del 4% finora previsto per le grandi aziende”, dall’altro “i soldi comunali sono deviati sulle piste ciclabili”. Eppure i mobility manager sono il trait d’union tra aziende di trasporto pubblico e lavoratori per favorire l’adozione di buone pratiche prosegue la Angelelli che, in qualità di nuovo Mobility Manager di Fox, sta lavorando alla viabilità nel Tridente di Roma: “Ne ho parlato con l’Assessore alla città in movimento di Roma Capitale Linda Meleo perché i lavoratori a San Silvestro sono obbligati ad usare i mezzi pubblici e hanno diritto a un incentivo”.

Intanto, per ottimizzare gli spostamenti di studenti e personale delle Università, la Angelelli ci anticipa che partirà una nuova indagine “innovativa” sui 58 Atenei della RUS, “dalle Università più grandi a quelle medio-piccole e a quelle nelle città metropolitane”, con l’obiettivo di “individuare i nuovi orientamenti di mobilità sostenibile nei più giovani”.

Buone prestazioni su consumi ed efficienza

È presto per redigere un bilancio, ma a un primo sguardo la fotografia del consumo energetico delle Università italiane ha colori vividi. Partita agli inizi dell’anno, la raccolta delle informazioni “ha raggiunto un grado di copertura del 40% tra studenti e dipendenti e del 50% della RUS”, ci spiega il Coordinatore del Tavolo Energia Alberto Poggio del Politecnico di Torino, che a Canale Energia aveva anticipato l’avvio dei lavori. “Abbiamo appena esaurito la fase di raccolta e venerdì 20 luglio il tavolo Energia si incontra per commentarli”.

I consumi elettrici, gli unici finora rilevati a livello di singolo Ateneo o di Sede – perché “quelli termici vanno destagionalizzati con dati sulle temperature dei siti che stiamo finendo di raccogliere” -, mostrano una “corrispondenza e proporzionalità tra la dimensione dell’Ateneo e il numero degli studenti”, commenta Poggio. Certo, “ci sono alcuni casi a sé per i quali vogliamo individuare le motivazioni”.

Alla fine gli Atenei potranno avere dei dati con cui confrontarsi per poi, eventualmente, individuare interventi migliorativi soprattutto per il consumo di energia termica. “C’è da evidenziare che alcuni Atenei si sono trovati a fare questo lavoro per la prima volta, che è stato positivo perché ha spinto il confronto interno”. La RUS è quasi completamente rappresentativa del panorama italiano: su 1.600.000 studenti ne rappresenta 1.300.000, ma bisogna ancora che alcuni “rafforzino la loro presenza attraverso una partecipazione attiva” e riuscire a rendere “più omogenei i tavoli di lavoro”.

L’anno prossimo la presentazione a Torino, “ci vanno alcuni mesi perché il lavoro è fatto a titolo volontario in compatibilità coi tempi di lavoro”. Per il momento la “valutazione del lavoro della Rete è positiva: è un tutto un divenire, è tutto da scrivere”.

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