Città metropolitaneI sindaci delle Città metropolitane italiane fanno fronte comune per promuovere un ruolo di maggior rilievo per l’economia degli enti nati con la legge Delrio del 2014. Lo fanno chiedendo anche una revisione e un contenimento dell’azione delle Regioni, le quali “troppo spesso travalicano il ruolo di pianificazione loro assegnato, gestendo direttamente funzioni in modo inappropriato e sottraendo risorse alle Città metropolitane”, come ha affermato ieri il Sindaco di Bari e Presidente dell’ANCI Antonio Decaro durante la riunione svoltasi a Venezia tra i primi cittadini delle realtà metropolitane.

L’impatto economico delle grandi città

La riunione dei primi cittadini delle Città metropolitane (Cagliari, Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Messina, Palermo e Catania), presieduta dallo stesso Decaro, è stata promossa nell’ottica di pianificare una strategia di rilancio dei centri.

Ci sono dei dati, sottolinea una nota, che evidenziano l’impatto economico di queste Città sugli indici che misurano lo stato di salute del Paese. Secondo un’analisi di Intesa San Paolo, tra il 2013 e il 2017 le Città metropolitane hanno fatto registrare un differenziale di PIL superiore rispetto alla media del Paese, pari quasi al 4%. Guardando alle realtà di Firenze, Bologna, Milano e Napoli, si arriva a percentuali del 4,5-6%. Anche sull’occupazione, i dati mostrano un incremento dell’1,2% nelle grandi città, rispetto all’1% a livello nazionale.

Durante l’incontro si è discusso poi delle criticità caratteristiche delle grandi città, a partire dall’inquinamento. “Abbiamo già ottenuto – ricorda Decaro – fondi per 1,4 miliardi destinati a interventi strutturali contro lo smog, soprattutto sulle linee metropolitane”. Altri 6 miliardi sono ancora da assegnare per ulteriori opere infrastrutturali, sulle quali, aggiunge il sindaco di Bari, “vigileremo e daremo il nostro contributo per la corretta destinazione di queste risorse”.

Meno spazio alle Regioni

Dalla riunione è emersa l’idea di creare una “agenda urbana da presentare a partiti e coalizioni in vista delle elezioni” nella quale “rimarcare il ruolo fondamentale da assegnare alle Città metropolitane”, ha spiegato Decaro. Secondo il Presidente ANCI è necessario anche “un tagliando alla legge Delrio, in modo da creare maggiore sinergia tra Città metropolitane, Comune capoluogo e Regione”. Sulle Regioni sono intervenuti anche Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e sindaco di Catania, che ha sottolineato come “tendono spesso a occuparsi di temi che sono invece di competenza metropolitana, a partire dal trasporto pubblico locale”. E il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Su questo non faremo passi indietro, le Regioni devono limitarsi alla programmazione”.

Infine il primo cittadino di Firenze Dario Nardella si è mostrato convinto nel “continuare ad affermare il nostro ruolo e a manifestare le nostre proposte per il sistema Paese, anche nel rapporto con il prossimo Governo, puntando contemporaneamente a rafforzare l’interlocuzione anche con le istituzioni europee”. Da non dimenticare il fatto, spiega la nota, che nei grandi centri si assiste più facilmente alla crescita delle multinazionali italiane e degli investimenti stranieri.

Un network nazionale tra le realtà metropolitane

Di Città metropolitane si è parlato sempre a Venezia nella conferenza del 31 gennaio “Sperimentare la riforma. I progetti per rendere concrete le città metropolitane” dedicato al programma di Anci “Metropoli strategiche”, finanziato dal Programma operativo nazionale “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”. Iniziativa che, ha spiegato il capo dipartimento della Funzione pubblica Pia Marconi, “propone lo sviluppo di questo network tra le Città per affrontare questioni come la semplificazione amministrativa, la redazione dei piani strategici metropolitani e la gestione associata dei servizi, con la possibilità di rafforzare altresì le reti di partenariato locale per favorire il coinvolgimento dei principali stakeholder locali e nazionali”.

Tema emerso in questa occasione è la proposta di creazione di un network nazionale per lo scambio e la diffusione delle pratiche già attuate per lo sviluppo del sistema Paese.
“Riconoscere e aumentare i poteri delle Città metropolitane vuol dire rispondere ai bisogni dei cittadini, senza nulla togliere agli altri soggetti istituzionali”, ha sottolineato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. “Oggi nel mondo la competizione si gioca a livello metropolitano, per questo è necessario fare squadra e rete tra le grandi città per lo sviluppo del sistema paese”.
Sulla distribuzione delle risorse e la questione dei bilanci delle Città, Brugnaro ha proposto la creazione di meccanismi di responsabilità e premialità per un’equa suddivisione tra i territori e per favorire gli investimenti nelle città, “il nostro miglior brand all’estero”.

ANCI ha per parte sua fatto notare che “le 14 città metropolitane rappresentano il 46% della nostra popolazione, il 56% delle imprese multinazionali e concentrano il 65% dei poli universitari”. Il segretario generale dell’associazione dei comuni italiani ha manifestato soddisfazione per i risultati raggiunti dai sindaci “nonostante l’emergenza finanziaria”, superando “le previsioni della legge di bilancio”. L’impegno di ANCI prosegue, con un’azione impostata di riduzione del debito.

Le idee di collaborazione e di fare rete sono state sostenute allo stesso modo dai sindaci di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e di Messina, Renato Accorinti.

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