In Brasile il network dei Musei dell’Energia

FotoantigaUn gruppo di cinque musei dell’energia per rafforzare la cultura scientifica e i processi di divulgazione. È il progetto realizzato in Brasile, dove oggi ogni museo lavora in rete e sviluppa progetti incentrati su temi specifici: energia e città, storia dell’energia (Museo di San Paolo); energia e vita di tutti i giorni, uso razionale dell’energia (Museo di Itu); power generation, energia e sostenibilità (Museo di Salesópolis); generazione di energia, fisica e ambiente (Museo di Rio Claro). Il Museo di Jundiaí, infine, attualmente è chiuso per manutenzione.
Ne discutiamo con Carolina Campos dell’ufficio comunicazione della Fondazione “Energia e Saneamento”, cui fa capo il network museale (guarda anche lo speciale sui musei dell’energia di e7 dell’11 febbraio).

Come è nata l’idea di fondare questo sistema?

“Fundação Energia e Saneamento” è un’istituzione privata senza scopo di lucro fondata nel 1998, durante il processo di privatizzazione delle società energetiche nello Stato di San Paolo. A quel tempo l’istituto ha ricevuto un archivio importante di carattere bibliografico e museale, composto anche da materiale legato alla storia dell’energia, oltre che alla storia dello sviluppo industriale e urbano di San Paolo dalla fine del XIX alla fine del XX secolo.

Questo patrimonio contiene più di 260.000 documenti iconografici, 1.600 metri lineari di documenti testuali, 2.300 documenti audiovisivi e sonori, 50.000 titoli della biblioteca, 3.500 oggetti museali e sei edifici storici (i piccoli impianti idroelettrici a São Valentim, Jacaré, Rio Claro e Salesópolis, oltre alle proprietà nelle città di Itu e Jundiaí).

Così, inizialmente un centro di documentazione e ricerca e una rete di musei dell’energia sono stati costruiti nelle piccole centrali idroelettriche di Rio Claro (1985) e Salesópolis (1913), con la missione di preservare, ricercare e informare le persone sul patrimonio del settore energetico. Nel 2004, inoltre, anche il tema del risanamento è stato integrato alla missione della fondazione.

Quanti visitatori ricevete ogni anno?

In media il network dei musei riceve 50.000 visitatori l’anno.

Quali sono le principali tecnologie esposte?

Tra i vari esempi, a Itu i visitatori possono conoscere l’evoluzione dell’illuminazione domestica con particolare attenzione al periodo tra il 1850 e il 1950. I modelli che riproducono le case degli anni ’30, ’40 e ’50 rafforzano anche l’idea dell’evoluzione delle abitazioni a causa dell’uso di energia elettrica.

A Salesópolis e a Rio Claro, invece, si può verificare il funzionamento di un piccolo impianto idroelettrico. A San Paolo, infine, attraverso delle mappe interattive sull’evoluzione della rete di servizi igienico-sanitari e dell’energia elettrica, i visitatori possono conoscere lo sviluppo e la crescita della popolazione urbana.

Quali sono state le tue principali attività divulgative nel 2014 e cosa si prevede per l’anno in corso?

Nel 2014 l’attività si è incentrata sulla conoscenza del patrimonio e la costruzione di un rapporto più stretto tra visitatori, museo e città. Per il 2015, l’Anno internazionale della Luce, i musei si stanno concentrando sulla storia e i processi di questo settore, dalla sua creazione a oggi. Si mira inoltre a fare un grande lavoro di sensibilizzazione a un uso razionale dell’energia e dell’acqua. La Fondazione svolge anche progetti di ricerca storica, mostre e pubblicazioni i cui temi sono legati ai settori dell’energia e dei e dei servizi igienici e sanitari.

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Nato ad Avellino, giornalista professionista, laurea in comunicazione di massa e master in giornalismo conseguito all’Università di Torino. È direttore della rivista CH4 edita da Gruppo Italia Energia. In precedenza ha lavorato nel settore delle relazioni istituzionali e ufficio stampa, oltre ad aver collaborato con diversi media nazionali e locali sia nel campo dell’energia sia della politica. È vincitore di numerosi premi giornalistici nazionali e internazionali.