Barberini
immagine presa da video di Climaveneta

Flessibilità e sostenibilità ambientale. Sono stati questi i concetti chiave attorno a cui è ruotata la progettazione della nuova fabbrica di Barberini, realtà  mondiale specializzata nella produzione di lenti solari in vetro ottico.

Un edificio all’insegna del green

La struttura è stata realizzata in legno lamellare, con un uso di cemento assai ridotto,. il tutto per consentire un facile riciclo dei materiali nel caso di modifiche alla struttura, ampliamenti o rifacimenti totali o parziali. Inoltre le grandi vetrate permettono di sfruttare al meglio la  luce naturale e allo stesso tempo fanno sì che i lavoratori possano godere di una vista sulle colline verdi e sulle cime montuose circostanti, contribuendo a garantire un elevato livello di benessere interno per gli occupanti dell’edificio. I diversi impianti si caratterizzano per elevata efficienza e assenza di emissioni locali di CO2.

Flessibilità e adattabilità

Altro concetto guida nella realizzazione della fabbrica è stata la flessibilità. In passato ci siamo più volte trovati a doverci adattare ai vincoli impiantistici e strutturali del plant in cui operavamo – spiega in una nota l’Ingegner Gianni Vetrini, CEO di Barberini SpA – Abbiamo quindi progettato questa nuova sede in modo totalmente nuovo, con un forte focus sulla flessibilità. Per questo plant abbiamo pensato fin dalle prime fasi progettuali a soluzioni impiantistiche e strutturali in grado di adattarsi costantemente alle nostre esigenze produttive, non solo quelle attuali, ma anche a quelle che potranno sorgere in futuro”.

Struttura in legno e impianti a vista

E proprio nell’ottica della flessibilità va inqiadrata la scelta della struttura in legno e soprattutto degli impianti realizzati a vista. In questio mnodo infatti si garantisce al contempo continuità alle attività produttive,  anche in caso di guasti o mal funzionamenti. 

Climatizzazione

La  centrale frigorifera, realizzata in un grande spazio ricavato sotto la copertura in legno, consente la massima flessibilità all’impianto di climatizzazione e trattamento aria. La sua posizione centrale permette inoltre di ottimizzare sempre la lunghezza di canali e tubazioni, riducendo le perdite di carico e massimizzando così le prestazioni dell’impianto.

” Le principali sfide affrontate in questo cantiere hanno riguardato la realizzazione della centrale termo-frigorifera – spiega in una nota l’ing Paolo Di Santo di Alpiq Italia – Per dare una soluzione ordinata e avere spazi di manutenzione e di esercizio adeguati abbiamo infatti cercato la migliore disposizione delle unità di produzione dei fluidi refrigerati e caldi e delle UTA e  curato nei dettagli il layout di tutte le tubazioni.

Riscaldamento, raffrescamento e trattamento aria

Per quanto riguarda il trattamento dell’aria l’impianto si avvale di unità che movimentano circa 600mila metri cubi/ora di aria, di cui 250mila di aria esterna, quindi da trattare energeticamente prima di essere immessa. “Questo fabbisogno – spiega la nota – viene soddisfatto da una centrale termo frigorifera che ha una potenza termica di 3,000KW e frigorifera di circa 8,000KW, che vengono distribuiti attraverso una rete di tubazioni a vari livelli di temperatura, in funzione delle esigenze operative dei diversi macchinari in produzione.  Nella centrale frigorifera sono quindi state installate 2 pompe di calore con recupero parziale del calore di condensazione FOCS-N/D/LN-CA/S 4822, 2 refrigeratori con recupero parziale di calore FOCS/D/CA/S 6603 e 1 refrigeratore condensato ad aria NX/K/S 0714P, tutti a marchio Climaveneta”.

Avere contemporaneamente caldo e freddo

Negli impianti industriali si ha spesso l’esigenza di avere contemporaneamente caldo e freddo – spiega l’Ingegner Remo Massacesi, che ha progettato gli impianti meccanici dell’edificio –  Da qui la scelta di installare in questo plant delle unità che nel momento in cui producono freddo sono anche in grado di mettere a disposizione dei servizi, il fluido caldo, che risulta del tutto gratuito. Grazie a queste unità si può infatti recuperare l’energia termica connessa al ciclo termodinamico, altrimenti dispersa”.   E prosegue poi: ”Tutta l’energia termica e frigorifera viene prodotta elettricamente, senza utilizzo di gas e quindi senza emissioni di CO2 legate alla combustione E’ quindi stata recepita ante litteram la normativa europea sull’uso di fonti rinnovabili, con l’utilizzo dell’aria come energia alternativa”.

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