Raeewee E1513181803375Un approccio sinergico che coinvolga in modo rilevante i produttori e sia capace di garantire controlli più rigorosi e un maggior rispetto delle regole in vigore. È questo, secondo il Presidente del consorzio Ecolight Walter Camarda, l’elemento chiave su cui puntare per rendere la gestione dei rifiuti elettronici in Italia ancora più virtuosa. In quest’ottica il consorzio, che ha da pochi giorni approvato il bilancio per il 2017, ha puntato su una serie di nuove sfide. “Ci siamo fatti promotori della creazione di un nuovo consorzio per la gestione dei rifiuti in polietilene, EcoPolietilene – ha spiegato in una nota Camarda – Inoltre, costituendo Ecolight Servizi, abbiamo voluto valorizzare le esperienze e le competenze maturate dal consorzio mettendole a disposizione delle aziende nella raccolta, consulenza e servizi dedicati ai rifiuti professionali”.

Nel 2017 24 mila ton di rifiuti gestiti

I dati registrati dal Consorzio per il 2017 sono positivi. “Le quasi 24.000 tonnellate dei rifiuti elettronici che sono state gestite hanno rappresentato un incremento dei volumi di quasi il 6% rispetto all’anno precedente – ha sottolineato il Presidente di Ecolight – Oltre il 70% dei rifiuti gestiti appartiene al raggruppamento R4: sono quindi piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, quindi quei rifiuti elettronici che più facilmente sfuggono ai corretti canali di raccolta. Ecolight ha proseguito il proprio impegno nel supporto alla Distribuzione, chiamata con gli obblighi dell’Uno contro Uno e dell’Uno contro Zero a dover gestire i rifiuti elettronici consegnati dai consumatori, servendo quasi 3.000 punti vendita”.

L’Italia e gli obiettivi europei

La raccolta dei rifiuti elettronici a livello nazionale sta crescendo da alcuni anni. E questo è segno di una sensibilità che in dieci anni – l’attuale sistema di gestione dei RAEE in Italia è infatti diventato operativo nel 2008 – è indubbiamente aumentata. È altrettanto indubbio che anche per il 2017 l’Italia non ha raggiunto gli obiettivi europei”, ha spiegato Camarda.

Per cercare di migliorare la situazione “serve un impegno maggiore sul fronte dei controlli: il fenomeno della cannibalizzazione dei rifiuti portati alle isole ecologiche e ai centri di raccolta penalizza i sistemi collettivi e tutta la filiera del riciclo. Inoltre ci sono ancora ampie zone grigie dove prospera una gestione parallela di questi rifiuti; gestione che opera al di fuori del sistema e senza il rispetto delle regole. Non ultimo, serve un maggiore impulso nella raccolta dei piccoli rifiuti elettronici (R4). Occorre fornire alla Distribuzione strumenti adeguati affinché possa assolvere nel migliore dei modi il compito di raccolta che le è stato assegnato”.

Il ruolo dei produttori

Nella filiera virtuosa del riciclo dei rifiuti elettronici un ruolo “fondamentale” è giocato dai produttori grazie al principio della Responsabilità Estesa del Produttore. Sono infatti, i produttori che, “attraverso l’ecocontributo, sostengono tutta l’attività di raccolta e trattamento. Ci sono però due questioni che devono essere affrontate: da una parte ci sono ancora delle realtà che, pur chiamate a contribuire alla gestione dei RAEE, sfuggono ai loro obblighi, penalizzando di conseguenza i molti produttori e i distributori che invece responsabilmente partecipano. Non certo secondo, lo scoglio dell’open scope: l’ampliamento dei prodotti interessati dalla normativa RAEE, che entrerà in vigore dal prossimo agosto, impone che si faccia ulteriore chiarezza così da permettere alle produttori di muoversi correttamente ai fini di una maggiore tutela ambientale”.

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