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Nel 2050 negli Oceani sarà più facile trovare plastica che pesci. Questo materiale attualmente costituisce infatti l’80% dei rifiuti marini e la sua diffusione continua a crescere in maniera esponenziale. Un quadro allarmante a cui va aggiunto il fatto che il 30% della plastica non viene riciclata e che ogni anno i nuovi rifiuti legati al marine litter sono più di 8 tonnellate.

Questi sono solo alcuni dei dati menzionati nel Global Opportunity Report, lo studio condotto da DNV GL, dal Global Compact delle Nazioni Unite e da Sustania. L’indagine, realizzata con cadenza annuale, analizza i rischi più rilevanti nel contesto attuale per evidenziarne le opportunità di business correlate. il tutto nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. 

Packaging, il 95% va sprecato dopo l’utilizzo

Se prendiamo in considerazione nello specifico il packaging emerge come il 95% del materiale vada sprecato dopo il primo utilizzo. Si tratta di “una perdita per l’economia stimata dagli 80 fino ai 120 miliardi di dollari all’anno”, si legge in una nota di DNV GL.

Un mercato da 650 miliardi di dollari entro il 2020

Da questi numeri ben si comprende come il marine litter sia una problematica da contrastare con ogni mezzo a disposizione. Basti pensare, per avere un’idea della dimensione del problema, che il mercato della plastica varrà 650 miliardi di dollari entro il 2020 e il trend di crescita previsto porterà al raddoppio della produzione nell’arco dei prossimi 20 anni.

Modifiche legislative

Un elemento chiave da considerare nel valutare il settore è l’impatto legato alle modifiche nel panorama legislativo. Sempre più Paesi stanno lavorando infatti per introdurre policy per vietare prodotti monouso entro il 2021.

Reinventare la plastica

In un contesto di questo tipo è opportuno ripensare la filiera dalla plastica a 360 gradi  declinandola il più possibile dal punto di vista della sostenibilità ambientale e del riciclo.

Nello studio sono citati in particolare alcuni esempi di eccellenza nell’adozione di un paradgima circolare a questo materiale. “Gli scienziati di Econic – si legge nella nota –  ad esempio, hanno lavorato a una tecnologia che oggi permette di sostituire il 50% di combustibili fossili con componenti derivanti dalla catalizzazione dei gas di scarico”. !Trasformare la cultura dell’utilizzo singolo è altresì fondamentale. Ci sono aziende che ci stanno già lavorando. Unilever si è assunta l’impegno di lavorare perché il 100% del proprio packaging possa arrivare ad essere in plastica riutilizzabile o riciclabile entro il 2025. C’è chi, invece, rinuncia all’usa e getta, come la cilena Algramo che vende i propri prodotti “a peso”, attraverso vending machines, in contenitori riutilizzabili, o chi pensa a soluzioni alternative come Bee’s Wrap che ha prodotto degli imballaggi in cera d’api” spiega la nota.

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