Filiera del legno, tra sostenibilità ambientale e lotta all’illegal logging

I risultati del consorzio Conlegno

 

illegal logging

Il legno è rinnovabile e ha una bassissima impronta ecologica quando è prodotto in maniera sostenibile e legale. Purtroppo, però, il fenomeno dell’illegalità a livello mondiale è ancora molto rilevante, ancor più degli incendi”. E’ quanto ha affermato Angelo Mariano, responsabile area tecnica del marchio LEGNOK di Conlegno in occasione di un incontro tenutosi ieri a Milano durante il quale  sono stati presentati i risultati raggiunti dal consorzio insieme  alle nuove campagne di comunicazione e alla prima edizione del nuovo magazine ‘Legno4.0 imballaggio. ambiente. logistica. foreste’.

Il fenomeno dell’illegalità a livello mondiale è ancora molto rilevante,
ancor più degli incendi
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Illegal Logging

La questione del taglio abusivo delle foreste su scala planetaria, il cosiddetto illegal logging,  è arrivata all’attenzione dell’opinione pubblica già a partire dal 1998 quando ci fu il primo G8 sulle foreste, ha spiegato Mariano. “E’ un fenomeno che oggi l’Unione Europea, ma anche gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia, vogliono tenere sotto controllo. Si vuole adottare un approccio etico nell’importazione del legno, perché sono enormi le quantità di legname gestite. In Italia, solo per fare un esempio, importiamo circa 2 mld e 700 mln di legno all’anno in controvalore”.

Fondamentale rimanere sul binario della legalità

In questo senso è chiaro come sia “fondamentale rimanere sul binario della legalità”, un obiettivo su cui ha concentrato l’attenzione anche l’Unione Europea. Risale, infatti al 2010 la pubblicazione del regolamento europeo n.995/2010,  Timber Regulation, finalizzato a contrastare il commercio di legname tagliato abusivamente. Si tratta di una delle misure contenute nel Piano d’azione UE 2003 in applicazione delle normative sul settore commerciale (FLEGT).

Tutti coloro che commercializzano legname e prodotti derivati dal legno in UE (in Italia si stima che ci siano 20 mila operatori con un fatturato altissimo) devono sottostare a degli obblighi precisi. In particolare uno di questi è la due diligence, un processo etico in base al quale l’operatore titolare, ad esempio di un’azienda, deve far sì che le sue importazioni non siano a rischio di illegalità. Per questo è richiesta la messa in atto di una serie di approfondimenti, documentali e di valutazione del rischio, prima di immettere  i prodotti sul mercato”, ha spiegato Mariano.

Noi come consorzio siamo riconosciuti come monitoring organization dalla Commissione Europea  e mettiamo a disposizione degli operatori – alle prese con questo compito a volte complesso  – degli specialisti del settore.

Noi come consorzio siamo riconosciuti come monitoring organization dalla Commissione Europea  e mettiamo a disposizione degli operatori – alle prese con questo compito a volte complesso  – degli specialisti del settore. In particolare mettiamo a disposizione un nostro sistema che si avvale di un portale web con una guida per l’operatore in modo da evitare il rischio o perlomeno attenuarlo. Finora abbiamo 250 operatori iscritti a cui forniamo questo tipo di servizio”.

Una “filiera circolare”

In generale dall’incontro è emerso come uno dei temi chiave del settore sia quello della sostenibilità ambientale della filiera che deve estrinsecarsi nell’adozione di paradigmi economici circolari e green. “Promuovere il legno vuol dire non solo promuovere la materia prima, l’imballaggio, ma anche fare capire l’importanza di adeguare la filiera  ai principi dell’economia circolare, affinché questo materiale sia e rimanga un prodotto indispensabile e gestito in maniera sostenibile”, ha sottolineato il presidente di Conlegno Fausto Iaccheri.  “Il nostro compito è appunto quello di dare delle regole e far sì che queste regole vengano rispettate nell’interesse degli utilizzatori del legno, ma anche di tutte le aziende che lavorano questo materiale”.

Promuovere il legno vuol dire non solo promuovere la materia prima, l’imballaggio, ma anche fare capire l’importanza di adeguare la filiera  ai principi dell’economia circolare

Legno e trattamento fitosanitario

Tra gli strumenti messi a disposizione dal consorzio ( 14 marchi gestiti a livello nazionale e internazionale)anche il marchio FITOK che garantisce il corretto trattamento fitosanitario degli imballaggi il legno, previsto dallo standard internazionale ISPM n.15 della FAO. Con 1500 aziende aderenti ( +3% rispetto all’anno precedente ) e oltre 3500 controlli all’anno la produzione a marchio FITOK si è mantenuta  in linea rispetto al 2016 con circa 2500.000 m3 di legno trattato.

Siamo preposti a prevenire o quanto meno a ridurre al minimo la diffusione di parassiti dannosi – ha spiegato Daniela Frattoloni, coordinatrice comitato tecnico FITOK. “In termini economici risulta molto più vantaggioso cercare di debellare e arginare quest’epidemia piuttosto che averla in un secondo momento, come è successo in Portogallo. Lì un’epidemia di insetti ha contaminato le foreste costringendo il Paese a un massiccio intervento di sterilizzazione su tutto il materiale che entra e esce dai confini nazionali. Noi come FITOK dobbiamo evitare che gli insetti vengano diffusi e rimangano nelle terre in cui i nostri imballaggi arrivano”.

Il marchio EPAL

Buoni risultati sono stati registrati anche dal marchio EPAL , il marchio internazionale che contraddistingue il sistema di interscambio di pallet riutilizzabili più diffuso d’europa. Nel 2017 –  solo per citare un dato – si è arrivati alla soglia delle 200 aziende licenziatarie del marchio, tra produttori e riparatori (+ 11% rispetto all’anno precedente).

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.