Competenze e finanziamenti: gli asset strategici (e perfettibili) per l’efficienza

Foto AnteMancanza di competenze per l’accesso agli strumenti di finanziamento pubblici e privati per l’efficienza energetica, di educazione al risparmio e di consapevolezza dei consumi.

Sono questi i nodi centrali che bisognerà sciogliere per favorire lo sviluppo del comparto dell’efficienza energetica rilanciati oggi nel corso dell’evento “Le leve per l’efficienza energetica tra finanza pubblica ed investimenti privati”, promosso dagli Stati Generali per l’efficienza energetica presso l’auditorium del GSE.

Tema sensibile e subito al centro del dibattito la grave carenza di consocenze per l’accesso alle diverse forme di finanziamento. Nel partenariato pubblico privato si riscontra la difficoltà nel “redigere piani economico-finanziari con tutti i valori di bancabilità corretti”, come evidenziato da Gabriele Pasquini, Direttore Nars, Responsabile Coordinametno PPP, DIPE, Palazzo Chigi. “I risultati di uno studio del 2016 condotto su opere medio-piccole (fino a 50 mln di euro) mostrano che su 961 solo 203 hanno avuto un piano corretto”, ha proseguito Pasquini, che ha ricordato come il PPP non è solo un modo per colmare “la mancanza di risorse pubbliche”, ma deve essere “una scelta consapevole accompagnata da una consapevolezza dei rischi potenziali”. Cassa Depositi e Prestiti, che ha scelto la collaborazione con le “multi utility per stimolare l’efficientamento sul territorio”, ha sottolineato il Resposabile finanziamenti Andreana Esposito, ha riscontrato una “difficoltà nella capacità tecnica e progettuale”: del fondo per l’efficienza istituito insieme alla BEI e alla Commissione Ue sono stati erogati “solo 110 mln di euro sui 265 mln messi a disposizione” ed è stato esteso il termine di presentazione delle domande.

Nel privato la situazione non migliora: Fabio Ranghino, Origination Manager, Fondo Ambienta SGR (fondo di private equity per la sostenibilità nato nel 2007), ha evidenziato la “difficoltà di accedere ai fondi italiani: all’estero ci rifacciamo ai fondi pensione con un obiettivo di rendimento del 10%”. Stefano Fissolo, Vicepresidente Efficienza Energetica, Susi&Partners, ha proposto di “riunire sotto un unico cappello progetti piccoli standardizzandoli”. Operazione che richiama quella proposta da Carlo Maria Medaglia, Capo Segreteria Tecnica MinAmbiente che ha parlato di “coordinamento dei fondi per puntare al salto di qualità”, citando il fondo rotativo di Kyoto e il conto termico 2.0. Sempre nel pubblico, bene invece il bando 2014-15 sull’efficienza energetica di Horizon 2020 destinato a progetti di ricerca, innovazione o studi in cui “7 medie imprese italiane hanno ricevuto il finanziamento – ha commentato Chiara Pocaterra, Punto di contatto nazionale per l’energia di APRESpero che nel periodo 2016-2017 ci sia una crescita”. E ancora positivo il bilancio per la BEI: Despina Tomadaki ha parlato di “20,6 mld investimenti nel 2015 per l’efficienza energetica” e di “73,5 mld di prestiti nel periodo 2011-2015, di cui oltre il 50% in settori delle rinnovabili e dell’efficienza energetica”.

Del resto l’efficienza energetica può essere “il motorino di sviluppo del nostro Paese“, come evidenziato dal Presidente Enea Federico Testa (in video commento di seguito). Anche perchè “non siamo debitori rispetto ad altri paesi da un punto di vista tecnologico e manifatturiero: abbiamo le filiere per poter insegnare ad altri“. L’efficienza è un “discorso che si inserisce nel lavoro di politica economica e finanziaria del Governo”, ha sottolineato il Viceministro all’Economia Enrico Morando, e quest’ultimo ha la volontà di “aiutare il Paese a crescere in modo stabile nel tempo”. Per farlo guarda con attenzione al comparto dell’edilizia, perché “i paesi che hanno avuto una caduta minore su questo versante sono riusciti a recuperare più rapidamente i livelli di prodotto pre-crisi”. E alla mancanza di competenze nella PA che vanno acquisite e ripartite sul territorio.

Un modo per non farsi scappare questa grande occasione, che è l’efficienza, e per compensare alle carenze evidenziate è quella della terza consultazione pubblica annuale lanciata dall’Enea in collaborazione con EfficiencyKnow che quest’anno presenta delle novità: valica le mura Ue, sollecita la partecipazione del mondo universitario come vettore d’informazione del Paese ed “esplora il cambiamento comportamentale in termini quantitativi per capire la percezione che gli utenti hanno dell’efficienza e la capacità di assumere decisioni e comportamenti”, ha sottolineato Alessandro Ortis, Presidente Stati generali efficienza energetica. Per non dimenticare che il primo consumatore – e quindi risparmiatore – oggi di energia è proprio l’utente domestico.

http://youtu.be/ijyCS0SUMS8

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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste