beach litteringLe spiagge italiane soffrono la presenza di rifiuti provenienti dalla cattiva gestione dei rifiuti urbani, da falle nelle attività di trasporto nei processi industriali e dalla “mancata depurazione” degli oggetti gettati nel WC, riflesso di cattive abitudini quotidiane. La buona notizia, però, è che la composizione dei rifiuti spiaggiati consente il loro riciclo.

E’ quanto emerso dal primo campionamento delle plastiche presenti su alcune spiagge italiane promosso per valutare la successiva riciclabilità dei materiali nell’ambito della campagna Goletta Verde condotta dall’Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo, Legambiente ed Enea.

I campioni raccolti a Coccia Morto e Feniglia

La raccolta dei campioni è stata effettuata sulle spiagge del litorale tirrenico di Coccia di Morto (RM) e di Feniglia (GR) attraverso un protocollo messo a punto da Legambiente ed Enea. I dati raccolti hanno riguardato gli oggetti maggiormente presenti, le attività di provenienza degli scarti e la caratterizzazione polimerica dei campioni rinvenuti. La classificazione del beach litter è stata effettuata rispettando gli standard dei protocolli internazionali.

Complessivamente la percentuale di plastica in entrambe le località è del 90% ed è superiore alla media nazionale dell’85% rilevata nel 2017 dalle indagini eseguite da Legambiente. I campioni raccolti riflettono la specificità delle due spiagge: nel litorale molto frequentato di Coccia Morto sono stati raccolti il 53% di cotton fioc e il 28% di “frammenti”, residui di materiali degradati dall’effetto dei raggi UV e degli altri agenti atmosferici non più identificabili univocamente. A Feniglia, invece, prevalgono frammenti per il 52% e plastic pellet per il 27%, la materia prima prodotta dalle industrie e trasformata in oggetti di plastica che viene trasportata dal mare e dal vento sotto forma di granelli di pochi millimetri di diametro.beach litteringLe due spiagge, evidenziano gli autori della ricerca, si distinguono per numero e tipologie di rifiuto: a Coccia Morto sono stati rinvenuti 796 oggetti con 38 tipologie differenti; a Feniglia 223 oggetti in 18 tipologie diverse. Inoltre, si differenziano per la provenienza degli scarti: la spiaggia di Coccia Morto subisce l’influenza della vicina foce del fiume Tevere e delle attività industriali limitrofe l’area di Roma; quella di Feniglia si trova a ridosso di una riserva naturale ma è lontana da centri abitati o foci di fiumi.beach litteringLa composizione polimerica dei campioni di beach litter mostra la presenza prevalente del polipropilene (PP) e del polietilene (PE) che insieme costituiscono complessivamente il 76% a Coccia di Morto e il 66% a Feniglia. Un aspetto incoraggiante, secondo gli autori, in termini di riciclabilità dei materiali rinvenuti sulle spiagge. Seconda componente più presente nei campioni di beach litter è la “plastica mista”: materiale non riconducibile a un unico polimero e che, quindi, andrà considerato come materiale composito nelle fasi successive di riciclo.

beach litter

Un impianto pilota per il riciclo

“Abbiamo recentemente costituito il ‘Tavolo permanente per il riciclo di qualità’ per analizzare, anche attraverso il coinvolgimento delle aziende di riciclo, la concreta fattibilità di recupero dei materiali presenti sulle nostre spiagge”, ha commentato in nota stampa Angelo Bonsignori, Presidente dell’IPPR e Direttore generale della Federazione Gomma-Plastica. D’accordo con le amministrazioni, in alcuni comuni costieri l’Istituto intende promuovere “una prima campagna di raccolta del beach litter” e propone la “realizzazione di un impianto pilota per il riciclo di questi materiali”.

Rifiuti che nel caso dei cotton fioc, tra i principali colpevoli del beach litter, sono un “caso emblematico”, come evidenzia Loris Pietrelli, Ricercatore ENEA, se si pensa che “nei primi anni del 2000 la commercializzazione dei bastoncelli non biodegradabili era vietata”.

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