Sacchetti biodegradabiliLe polemiche che hanno accolto l’obbligo di utilizzo e pagamento dei sacchetti biodegradabili nella grande distribuzionesono solo un’occasione di strumentalizzazione elettorale”. Così il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti commenta in nota stampa l’entrata in vigore della legge 123/2017, in attuazione della Direttiva UE 2015/720 sulla riduzione dell’uso di borse di plastica in materiale leggero.

Maggiore trasparenza

Indicare il costo delle shopper ultraleggere e biodegradabili, che per l’Osservatorio di Assobioplastiche incide al massimo per 12,51 euro l’anno sul bilancio familiare, è invece indice di trasparenza. Le buste ultraleggere “sarebbero state comunque pagate dai consumatori, come del resto accadeva per quelle in uso fino al 31 dicembre, con un ricarico sul prezzo dei prodotti”, prosegue in nota Galletti. In questo modo si riesce a comunicare e tradurre concretamente “quanto costa l’impegno di ciascuno per la lotta alle plastiche e alle microplastiche che infestano i nostri mari e finiscono nella nostra catena alimentare”.

Atto di civiltà

Appare evidente che si tratta di una operazione-trasparenza voluta dal Parlamento unanime”, precisa il Ministro: la direttiva riflette un “atto di civiltà ecologica che pone l’Italia all’avanguardia” e che si inserisce in un lavoro di lungo respiro. Difatti, nel 2011 il Paese è stato il primo in Europa “a mettere fuori legge le shopper di plastica” e, ultimo provvedimento “sulla strada della difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini con provvedimenti”, quello sui cotton fioc non biodegradabili.

Le sporte da casa

Diverse le soluzioni al vaglio per calmierare le polemiche, che hanno disatteso le prime analisi sull’introduzione dei sacchetti ultraleggeri biodegradabili e compostabili per il primo imballo alimentare: “Stiamo verificando con il Ministero della salute la possibilità di consentire ai consumatori di usare sporte portate da casa in sostituzione dei sacchetti ultraleggeri, convinti come siamo che il miglior rifiuto è sempre quello che non si produce”, conclude in nota Galletti.

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