Le aziende sostenibili saranno nella “lista bianca”

Whitelist

“I cittadini devono conoscere per poter scegliere”. Attorno a questo principio si sviluppa l’idea di ADICONSUM di promuovere una “white list” delle aziende in cui, con un metodo oggettivo si identifica la sostenibilità di un prodotto valutandone l’intera filiera. Diverse le Pmi italiane coinvolte dal macrobiotico, al mercato contadino, eccellenze locali organizzate in filiera come il pan pepato di Ferrara, alle aziende di Conf Agricoltura a realtà internazionali come la Ferrero… e questo è solo l’inizio di una attività di divulgazione in cui l’associazione di consumatori vuole valorizzare l’economia virtuosa di filiera, precedendo, in un’ottica di filiera estesa appunto le necessità del consumatore e agendo direttamente sull’azienda.

Come espone nella video intervista Pietro Giordano presidente nazionale dell’associazione è una logica preventiva e anche formativa nei confronti dei cittadini nel corso della giornata dedicata alla presentazione dell’iniziata “Responsability: peruna rete economica sociale e solidale”che ha avuto luogo presso Eataly a Roma loscorso 26 novembre.

Il procedimento di inserimento nella white list è relativamente semplice, un programma disponibile in cloud realizzato da una start up italiana Cleviria. Tutti gli attori di filiera usano un tool condiviso e collaborativo secondo il loro ruolo aziendale inserendo diverse informazioni sul processo di produzione di conseguenza il sistema effettua una analisi qualitativa e quantitativa dell’azienda e gli assegna un punteggio che, per il consumatore sarà sintetizzato con uno smile per categoria di valutazione ed uno complessivo.
Ma non solo, le categorie sono variabili, nel senso che le aziende saranno verificate ogni anno per registrare eventuali migliorie o perdite di qualità complessive. Anche il cliente finale potrà dire la sua rilasciando un feedback sul prodotto finito.

Come sottolinea nel suo intervento Renato Cali segretario Nazionale Adiconsum la white list vuole realizzare “Un meccanismo premiale, per premiare, costruendo un consumo sempre più’ responsabile per creare un modello di economia di reciprocità” e dare anche visibilità ad aziende e iniziative che non sono hanno sempre la forza di farsi conoscere nell’interezza delle sue iniziative ai propri clienti.
D’altronde la crisi economica non favorisce di per se uno sguardo a cuor leggero alla sostenibilità per gli inevitabili costi di sistema che essa può richiedere,e la difficoltà a trasmetterla come un valore al cliente finale, ma come evidenzia Enzo Rullani, presidente centro Tedis della Venice International University: “dobbiamo trovare il modo affinché la sostenibilità sia un valore per le imprese. Quindi ecco la necessità di una transizione sostenibile”. La transizione a cui fa riferimento Rullani è “Il cambiamento che va agito, non subito” e che nel suo essere “genera energia, in un processo che può generare risorse”.
Modelli come la “decrescita felice” o l’”iper-regolazione” secondo lo studioso rappresentano una estromissione dal sistema complessivo e come tale genera con difficoltà un valore, mentre “la transizione è un cantiere in cui prendi le energie che il vecchio sistema libera e costruisci qualcosa di nuovo”.

In quest’ottica torna il valore della filiera che è poi il principio a cui si è ispirata l’ADICONSUM nel progetto della white list. Ma quali sono gli strumenti per valorizzare la transizione e perché l’imprenditore italiano ha delle possibilità interessanti in questa fase? Ci risponde nella video intervista lo stesso Enzo Rullani.

http://youtu.be/vEsuDi_rqOA

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.